Recentemente compagnie petrolifere e idrogeno verde proseguono di pari passo. Infatti, nelle ultime settimane, due delle più grandi compagnie petrolifere del mondo hanno acquisito partecipazioni rilevanti in progetti dedicati allo sviluppo dell’energia verde, sulla base dell’idea che questo combustibile abbia il potenziale per affermarsi come “il prossimo LNG” (gas naturale liquefatto).
La multinazionale britannica BP e il gruppo francese TotalEnergies (TTE) hanno fatto importanti annunci nella stessa settimana, con BP che ha assunto una partecipazione consistente nel progetto Asian Renewable Energy Hub (AREH) in Australia e TTE che ha stretto una partnership con il gruppo industriale indiano Adani per poter beneficiare di quella che descrive come un’opportunità da 50 miliardi di dollari.
AREH è il più grande progetto di sviluppo di idrogeno verde al mondo, un enorme parco solare ed eolico progettato in una remota regione costiera dell’outback australiano, nell’area nord-occidentale del Paese. Acquistando una quota del 40,5% e la gestione del progetto da 36 miliardi di dollari, BP si posiziona immediatamente come uno dei principali attori emergenti nel settore dell’idrogeno verde.
Il responsabile del business rinnovabili di BP, Anja-Isabel Dotzenrath, VP of Gas and Low Carbon Energy, ha definito l’idrogeno verde “il prossimo GNL”. L’obiettivo dichiarato dell’azienda è quello di raggiungere una quota globale del 10% nei “principale mercati dell’idrogeno” per sostenere il suo impegno nell’incrementare la capacità di produzione di energia rinnovabile.
TTE ha annunciato l’acquisto di una partecipazione del 25% in Adani New Industries Limited (ANIL), che diventerà la piattaforma privilegiata lungo la filiera dell’idrogeno sia di TTE sia del gruppo industriale indiano Adani per la produzione e la commercializzazione dell’idrogeno verde in India. L’India, importatrice di energia e firmataria del programma Net Zero, ha ambiziosi obiettivi di crescita delle fonti rinnovabili e vede l’idrogeno verde come un tassello importante nella trasformazione della sua infrastruttura energetica.
Patrick Pouyanne, amministratore delegato di Total, ha dichiarato che l’ingresso di TTE in ANIL
“è un’importante traguardo nell’attuazione della nostra strategia sull’idrogeno a basse emissioni di carbonio, con cui vogliamo non solo decarbonizzare l’idrogeno che viene utilizzato nelle raffinerie europee entro il 2030, ma anche essere pionieri nella produzione di massa di idrogeno per soddisfarne la domanda, dato che il mercato decollerà entro la fine di questo decennio”.
ANIL sta investendo molto nell’incrementare la capacità di produzione di energia rinnovabile e investirà 5 miliardi di dollari in un impianto di fertilizzanti verdi.
L’idrogeno è un combustibile gassoso con proprietà simili al gas naturale che può essere prodotto tramite elettrolisi, un processo che consiste nel caricare l’acqua con l’elettricità. L’idrogeno, ampiamente utilizzato nei processi industriali e tipicamente prodotto utilizzando gas naturale, è definito “verde” (a emissioni zero) quando nel processo produttivo vengono utilizzate fonti di energia rinnovabili. In un mondo a zero emissioni, si prevede che l’idrogeno verde sarà utilizzato come carburante per i trasporti, come fonte di riscaldamento sia per le attività industriali che per il residenziale, e come fattore produttivo verde per industrie quali acciaio, cemento e fertilizzanti.
Compagnie petrolifere e idrogeno verde: come si muove il mercato?
Progetti su larga scala come AREH vengono sviluppati in aree costiere dove esiste un effettivo potenziale economico per la produzione di energia solare ed eolica e faranno parte del mercato nascente dell’idrogeno verde che funzionerà in modo molto simile ai mercati del GNL. La costruzione e la messa in funzione di questi progetti richiedono accordi di fornitura di lungo termine, accesso a finanziamenti a basso costo e la capacità di gestire progetti complessi, tutti elementi posseduti dalle grandi compagnie petrolifere. Nel momento in cui questi grandi operatori entrano in progetti a larga scala dedicati all’idrogeno, portano la certezza della domanda, l’accesso a capitali a basso costo e le capacità di esecuzione, per sviluppare nuovi e sostanziali canali di crescita per gli operatori di primo piano. Ci sono pochi promotori di progetti di idrogeno verde a livello globale e, secondo quanto affermato dal management di BP, le compagnie petrolifere più importanti si stanno muovendo concretamente per sviluppare tutta la filiera a livello globale. Le azioni di BP e TTE attireranno sicuramente l’attenzione di altri player.
A cura di Roger Mortimer, Portfolio Manager, KraneShares