Il Value investing è uno stile d’investimento focalizzato su quei titoli i cui prezzi non riflettono il vero potenziale ed i fondamentali dell’azienda, a volte considerate delle ” perle non apprezzate” dal mercato.
Le condizioni di mercato dovrebbero essere dominate dalle banche centrali che aumentano i tassi di interesse e rimuovono i pacchetti di stimolo, in parte per contrastare i livelli record toccati dall’inflazione mentre il mondo sta uscendo dalla pandemia. Si prevede che la Fed possa definire fino a cinque rialzi dei tassi nel 2022. Un tale contesto si adatta bene allo stile d’investimento value, che ha sovraperformato i titoli growth da quando si è iniziato ad intravedere un ritorno alla normalità, con lo sviluppo di programmi di vaccinazioni di massa iniziati nel 2021. Durante il sell-off di gennaio 2022, causato dai timori legati all’inflazione, i titoli value hanno notevolmente sovraperformato i loro omologhi growth, poiché gli investitori si sono posizionati maggiormente su beni rifugio.
Il Value investing è uno stile d’investimento focalizzato su quei titoli i cui prezzi non riflettono il vero potenziale ed i fondamentali dell’azienda, a volte considerate delle ” perle non apprezzate” dal mercato. Questo stile d’investimento prende diverse forme, ma l’obiettivo finale rimane lo stesso: investire in aziende che sottovalutate dal mercato per una ragione o per l’altra prima che le valutazioni raggiungano i livelli corretti.
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Ricordando la bolla delle dot-com
Quello che sta succedendo ultimamente ricorda molto quello che è successo durante il periodo che ha portato alla bolla tecnologica di fine anni ’90. Quando la bolla è scoppiata nel 2000, il value ha avuto un significativo periodo di sovraperformance nel corso dei successivi sei o sette anni. Lo stile value tende generalmente a performare molto bene durante i periodi traumatici del mercato, e il mercato di oggi mi ricorda la bolla post-tech.
C’è stato un modello simile subito dopo la Grande Crisi Finanziaria quando il value ha fatto molto bene, e anche dopo i grandi drawdown del mercato durante l’allarme Brexit. Più recentemente, il value ha sovraperformato il mercato anche nelle fasi di uscita dalla pandemia. Quindi, pensiamo che un approccio value potrebbe generare rendimenti interessanti nel corso dei prossimi cinque anni o più. Nell’universo più orientato alla crescita, le valutazioni rimangono ancora molto elevate, sia su base assoluta che rispetto ai valori storici. Gli indici value sembrano molto più attraenti sia su una base relativa che assoluta e significativamente più attraenti rispetto alle loro controparti growth.
Il boom del growth guidato dalla tecnologia potrebbe ora essere in una fase finale o addirittura finito: le persone stanno tornando in ufficio e diventano meno dipendenti dalla tecnologia domestica o dall’intrattenimento. Questo potrebbe essere l’inizio della fase finale di mercati fortemente orientati alla crescita a cui abbiamo assistito negli ultimi cinque anni. Lungo tutto lo spettro delle capitalizzazioni di mercato, crediamo che il value abbia ancora ampi margini di crescita.
Asian Value: cerchiamo valore in una regione a sconto
Le azioni asiatiche sono scambiate ad un profondo sconto rispetto alle loro controparti dei mercati sviluppati, ma sono ora nella posizione ideale per recuperare questo ritardo. Stiamo iniziando a vedere una ripresa quasi inevitabile dei tassi di interesse a lungo termine. Gli investitori obbligazionari sanno che quando i tassi salgono, si preferisce posizionarsi su una duration più breve. Sui mercati azionari, le azioni value offrono quel profilo di duration breve adatto al contesto, poiché i flussi di cassa sono a breve termine.
L’Asia ha sottoperformato massicciamente il resto del mondo, in particolare nel 2021. Le azioni asiatiche sono scambiate a circa 1,7 volte il book value (a fine 2021) rispetto alle 4,9 volte degli Stati Uniti. Questo divario non è mai stato così grande dai tempi della bolla tecnologica di fine degli anni ’90, dopo la quale abbiamo assistito ad un’inversione abbastanza drammatica. I titoli value asiatici hanno continuato a riportare una solida sovraperformance.
Rimane importante evitare la “value trap”, ovvero quelle azioni che scambiate a valutazioni interessanti perché l’azienda in realtà non presenta grandi prospettive a causa di uno scarso momentum commerciale. Ci definiamo investitori di value con un futuro. Nei titoli che deteniamo, cerchiamo anche business momentum.
Alcuni titoli come quelli bancari, che sono ora sottovalutati, saliranno in concomitanza di un rialzo dei tassi. L’Asia è anche la regione leader per la filiera tecnologica, fortemente impattata dalla scarsità delle materie prime. Il mercato è abbastanza consolidato, quindi queste aziende hanno buone capacità di determinazione dei prezzi. Chiamiamo queste aziende ‘best-in-tech’, in quanto presentano valutazioni interessanti per il settore tecnologico e presentano capacità di determinazione dei prezzi e driver di crescita strutturale. Vediamo anche molte gemme nascoste nel segmento ‘new energy’ e nei mercati di frontiera della regione ASEAN, come Indonesia e Vietnam.
Europa: l’opposto del Nasdaq
In Europa, i titoli value hanno sottoperformato, ma vediamo come la situazione stia cambiando man
mano che le banche centrali, compresa la BCE, iniziano ad adottare policy restrittive. Il value europeo
potrebbe venir visto come l’opposto del Nasdaq. Il Nasdaq ha avuto una corsa fantastica negli ultimi
sette anni, mentre il value europeo è rimasto indietro rispetto a tutti gli altri indici. Questo è abbastanza sorprendente. Gennaio 2022 ha mostrato una bella inversione di tendenza nei rendimenti assoluti, con una differenza di performance del 10% rispetto al growth. Con i tassi di interesse che ora salgono da punti molto bassi, soprattutto in Europa, si potrebbe fondamentalmente dire che siamo ora in un nuovo regime di investimento
A cura di Arnout van Rijn, CIO Asia Pacifico di Robeco