Titoli growth, siamo vicini a un punto di svolta

titoli growth
Mark Baribeau, portfolio Manager PGIM

Il primo semestre è stato brutale. Il crollo dei mercati globali si è intensificato nel secondo trimestre, quando l’incertezza macroeconomica è salita a livelli straordinari. Diverse questioni hanno pesato sui prezzi delle obbligazioni e delle azioni, tra cui la posizione aggressiva della Federal Reserve, le pressioni inflazionistiche, la pandemia, i timori di recessione e il contesto geopolitico. L’impatto iniziale delle misure restrittive varate dalla Fed ha iniziato a manifestarsi a giugno, con dati che indicano un raffreddamento dei prezzi delle abitazioni e un rallentamento della crescita economica. La stagione degli utili sarà determinante per quanto riguarda l’impatto sulle società, con una riduzione della crescita degli utili societari come tendenza prevalente. Il lato positivo è che gli investitori sono tornati a orientarsi verso i titoli a crescita secolare, che a giugno hanno iniziato a macinare performance superiori ai titoli value. Sebbene sia troppo presto per dire se il fondo per il segmento growth non sia ancora stato raggiunto, a nostro avviso, ci stiamo avvicinando sempre più dopo la forte contrazione delle valutazioni. Riteniamo che il punto di svolta possa arrivare se le pressioni inflazionistiche si attenuano, soprattutto in relazione ai problemi della catena di approvvigionamento, all’occupazione e alla crescita economica.

Le valutazioni dei titoli growth rispetto a quelli value, che durante il rally del mercato legato alla pandemia hanno fatto registrare un forte premio per i titoli growth, sono ora inferiori alle medie di lungo periodo. Con il rallentamento dell’economia, ci aspettiamo che gli investitori privilegino le società con visibilità, stabilità e costanza in termini di crescita degli utili. Anche se in quantità limitata, questi sono attributi necessari per resistere alle flessioni. Di conseguenza, i titoli growth guidati da forze secolari con una solida domanda non ciclica dovrebbero ottenere buoni risultati.

Continuiamo a trovare le migliori opportunità di crescita concentrate intorno agli stessi temi secolari, che abbiamo visto guidare la crescita degli utili e definire i leader del mercato negli ultimi anni. In un contesto macro in rapida evoluzione, abbiamo aumentato la nostra esposizione a questi temi attraverso società  growth con caratteristiche qualitative più solide (ad esempio, una migliore generazione di flussi di cassa, multipli più bassi) per resistere meglio alle flessioni economiche e alla continua volatilità. Per esempio:

Veicoli elettrici. Si tratta del più grande cambiamento strutturale previsto per il prossimo decennio, con una domanda in rapida crescita di veicoli elettrici e di componenti come batterie elettriche, semiconduttori, ecc.

Innovazione nel settore sanitario. In molti segmenti dell’assistenza sanitaria si stanno avviando nuovi ed entusiasmanti cicli di produzione (ad esempio, nella gestione dell’obesità e nelle terapie oncologiche), oltre a settori specifici che dovrebbero trarre vantaggio dalla normalizzazione a livello globale rispetto alle restrizioni legate alla pandemia.

Beni di lusso. I marchi di consumo europei di alta qualità continuano a registrare una forte crescita, trainata dalle fasce demografiche più giovani. Questi brand godono di un forte potere di determinazione dei prezzi, caratterizzato da una domanda superiore all’offerta, e da liste d’attesa pluriennali.

– Fintech. I mercati emergenti tendono ad avere sistemi finanziari meno sofisticati, creando grandi opportunità per le potenti piattaforme fintech di colmare il vuoto, soddisfacendo le esigenze bancarie e nell’ambito dei pagamenti di queste regioni.

Tecnologie aziendali. Le valutazioni sono compresse tra i principali fornitori di servizi basati sul cloud, anche se continuano a registrare una forte domanda che rende queste aziende attualmente più attraenti rispetto alle aziende di software-as-a-service (SaaS) a più alta capitalizzazione, che hanno prospettive di guadagno a breve termine meno promettenti.

A cura di Mark Baribeau, portfolio manager di PGIM Jennison Global Equity Opportunities fund

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