Nelle prossime settimane la volatilità rimarrà sicuramente alta. Nei portafogli abbiamo inserito delle protezioni continuando a mantenere la nostra preferenza per i titoli growth e di qualità con flussi di cassa solidi e prevedibili.
I timori di un tightening più rapido del previsto, seguiti dall’escalation in Ucraina hanno portato a un netto aumento della volatilità e a un calo della maggior parte dei mercati azionari.
Sia negli Stati Uniti che in Europa, la stagione degli utili del quarto trimestre ha visto miglioramenti impressionanti sui ricavi, a segnalare una domanda molto forte, ma utili per azione (EPS) in crescita più moderata rispetto ai trimestri precedenti, a indicare una certa pressione sui margini, dovuta ai problemi sulle supply chain.
Nonostante questi venti contrari, a febbraio il tasso di revisione degli utili è migliorato leggermente in tutti i principali mercati sviluppati: i miglioramenti degli utili hanno superato i declassamenti in quasi tutti i settori, mentre i margini più ampi sono stati registrati nei settori energetico, tecnologico e finanziario.
Per quanto riguarda i mercati azionari globali, il tasso di crescita degli utili ha raggiunto il 55% nel 2021 (il 53% negli Stati Uniti e il 65% in Europa). Secondo il consensus, per quest’anno il tasso di crescita dovrebbe rimanere intorno all’8% (nonostante la base più alta). Negli Stati Uniti, la crescita del I trimestre dovrebbe raggiungere solo il 7% (dopo il 32% del IV trimestre 2021).
La crisi ucraina chiaramente aumenta le incertezze sulle prospettive economiche, e quindi sugli utili aziendali, in particolare in Europa. L’aumento dei prezzi del petrolio indica un aumento dei costi per alcuni settori, come i trasporti, i materiali e le costruzioni, così come, più indirettamente, per i settori legati ai consumi. Alcune di queste aziende saranno in grado di trasferire i costi ai consumatori, ma altri dovranno assorbire da sole le pressioni sui costi.
Per passare agli aspetti positivi, il consensus su una crescita degli utili di circa il 7-8% nella maggior parte delle regioni sembra relativamente prudente alla luce delle previsioni sulla crescita del PIL nominale, che dovrebbe limitare i rischi al ribasso. Nel corso delle call sugli utili le aziende sono apparse ancora fiduciose di poter aumentare i prezzi per compensare l’aumento dei costi di input in un contesto di forte domanda.
Da inizio anno il calo dei prezzi delle azioni e la leggera crescita degli utili si sono tradotti in un declassamento significativo, in parte dovuto a un aumento dei rendimenti e in parte, più recentemente, spiegabile come risultato di un aumento del premio al rischio azionario.
Nelle prossime settimane la volatilità rimarrà sicuramente alta. Nei portafogli abbiamo inserito delle protezioni continuando a mantenere la nostra preferenza per i titoli growth e di qualità con flussi di cassa solidi e prevedibili.
Commento a cura di Norman Villamin, Chief Investment Officer (Wealth Management) di Union Bancaire Privée (UBP)