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Le conseguenze di un’eventuale nascita di un dollaro ‘digitale’
Il dollaro statunitense domina attualmente la fatturazione commerciale globale, ricoprendo circa il 40% dei pagamenti. Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi nell’usare il dollaro per la fatturazione: può essere costoso e può portare al disallineamento tra entrate e costi.
Tomasz Wieladek, International Economist, T. Rowe Price, fornisce un’attenta panoramica circa l’importanza della valuta statunitense. Riportiamo di seguito il suo commento.
Il dollaro e i premi di rischio delle valute dei mercati emergenti
Valuta dominante per la fatturazione, il dollaro è anche il veicolo più importante negli scambi con l’estero, costituendo il 44% di tutte le transazioni. Un importante vantaggio di qualsiasi CBDC è fornire accesso a coloro che prima erano esclusi dal sistema bancario. La disponibilità globale di un CBDC in dollari potrebbe rafforzarne il ruolo come valuta veicolo globale di scelta.
In tempi di stabilità, i cittadini dei Paesi emergenti possono scegliere di fare affidamento alle CBDC locali per le transazioni, sia come mezzo di scambio sia come riserva di valore. Tuttavia, durante una recessione, sia locale sia globale, potrebbero preferire una CBDC in dollari.
Per stabilizzare i deflussi di capitale le autorità locali potrebbero impedire ai cittadini di spostare fondi verso una CBDC in dollari, implementando controlli sui capitali. Tuttavia, mentre questa è un’opzione possibile per alcuni grandi mercati emergenti come la Cina e l’India, i controlli sui capitali hanno fallito in molti altri Paesi dei mercati emergenti più piccoli.
CBDC in dollari: chi avrà accesso?
Crediamo che sia molto probabile che una CBDC in dollari sarà accessibile anche ai non residenti negli Stati Uniti attraverso istituzioni intermediarie. Se ciò si verificasse, l’ampia disponibilità globale di una CBDC in dollari aumenterebbe con molta probabilità le ricadute della politica monetaria statunitense sulle economie dei mercati emergenti.
Se invece il gruppo di persone ad ora escluse finanziariamente avesse accesso sia alle CBDC locali che a quella in dollari gli effetti sarebbero molto più forti: Le banche centrali di questi Paesi dovrebbero rispondere più velocemente alla stretta monetaria della Federal Reserve. Il coordinamento della politica monetaria nelle CBDC sarà un tema importante della collaborazione tra banche centrali in futuro al fine di evitare effetti collaterali.
Le CBDC aumenteranno il rischio di disintermediazione finanziaria?
L’introduzione delle CBDC avrà probabilmente un impatto molto minore sulla disintermediazione rispetto ad altri Paesi, perciò gli Stati Uniti potrebbero permettere l’accesso globale alla loro CBDC. Una CBDC è un credito verso la banca centrale. E’ quindi una forma di denaro più sicura di quello commerciale, che è un credito verso l’istituzione finanziaria. Il minor rischio di detenere CBDC significa che l’accesso diretto al denaro della banca centrale probabilmente porterà ad un trasferimento di depositi dalle banche commerciali ai conti CBDC tenuti presso la banca centrale. Questo processo accelererà durante i periodi di crisi economica, quando la fiducia nel sistema bancario è ridotta, con il conseguente effetto collaterale di una maggiore disintermediazione.
Il dominio del dollaro statunitense nei Paesi esportatori di materie prime
L’aumento della predominanza del dollaro sarà probabilmente maggiore nelle economie emergenti esportatrici di materie prime, poiché le merci continueranno a essere prezzate in dollari e le transazioni in CBDC in dollari diventeranno probabilmente meno costose.
L’emergere di una CBDC in dollari potrebbe però rendere i movimenti del dollaro americano più anticiclici. Durante la crisi globale i cittadini di tutto il mondo potrebbero convertire i loro risparmi in CBDC in dollari, aumentando la domanda di dollari e rafforzando la valuta. In fase di stabilità economica, il costo di detenere CBDC in dollari supererà con probabilità i benefici per le imprese e le famiglie al di fuori degli Stati Uniti.
Capire queste dinamiche, e come vengono amplificate dall’introduzione di un CBDC in dollari ampiamente disponibile, sarà quindi fondamentale per i gestori attivi di obbligazioni e valute globali.
T. Rowe Price è un asset manager globale fondato nel 1937 a Baltimora (USA) con 1.690 miliardi di dollari in gestione (al 31.12.2021), quotato sul NASDAQ dal 1986 e parte dell’indice S&P 500 e dell’indice S&P 500 Dividend Aristocrats, dotato di oltre 700 professionisti degli investimenti e di una delle piattaforme interne di ricerca più estese al mondo, con più di 330 analisti dedicati.