Politica degli investimenti – aprile 2021 Mercati azionari

SWISSCANTO INVEST Politica degli investimenti 2021 Mercati azionari

Swisscanto: Vento in poppa, nonostante la nuova ondata di coronavirus Il senso di ottimismo economico globale è continuato anche a marzo, con i mercati azionari che in generale hanno registrato progressi importanti.

 

Un’eccezione a livello geografico è rappresentata dai mercati emergenti che hanno risentito soprattutto dell’apprezzamento del dollaro americano e del deterioramento delle condizioni di finanziamento delle società in alcuni paesi. A livello di settori, i ciclici hanno avuto un andamento leggermente inferiore rispetto ai titoli difensivi. La ragione principale è stata la ripresa dell’aumento di nuovi contagi da coronavirus in tutto il mondo. Mercati emergenti meno attraenti Il mercato azionario cinese ha perso molto terreno dalle celebrazioni del nuovo anno lunare afferma Swisscanto.

Da quando l’MSCI China ha toccato il massimo storico il 17 febbraio, è crollato di oltre il 15%. Tra i principali motivi vi sono, in primo luogo il nuovo obiettivo di crescita piuttosto modesto del governo di “oltre il 6%”. Si può presumere che l’asticella sia stata fissata così in basso perché può essere facilmente superata. Tuttavia, se l’obiettivo è effettivamente quello di raggiungere il 6%, questo dovrebbe probabilmente comportare misure di politica monetaria e fiscale per frenare la crescita economica. In secondo luogo, le condizioni di finanziamento delle imprese si sono deteriorate afferma Swisscanto.. Ci aspettiamo solo politiche monetarie più restrittive dalla banca centrale in estate, ma i tassi d’interesse sono già aumentati sul mercato monetario e dei capitali. A questo proposito, il governo sta esortando già da tempo le società a migliorare i propri bilanci. In terzo luogo, il governo sta cercando di limitare il potere delle grandi società attraverso misure di regolamentazione.

Il clima per gli investitori azionari è quindi peggiorato nel più grande mercato emergente. Una tendenza simile può essere osservata in altri “pesi massimi” come Brasile o Russia dove la svolta di politica monetaria è già iniziata. Nel complesso, riteniamo che i mercati emergenti continueranno a crescere più rapidamente dei paesi industrializzati, ma il loro vantaggio si sta riducendo. Ciclici ancora favoriti In generale, continuiamo a ritenere che i parametri del mercato azionario depongano a favore dei settori economicamente sensibili, dello stile value e quindi delle aree azionarie piuttosto cicliche. Il “tunnel del coronavirus” si è nuovamente dilatato, soprattutto in Europa, ma continuiamo a presumere che la successiva ripresa economica sarà potente. Inoltre, le due più importanti Banche centrali del mondo – la Fed e la Banca Centrale Europea – hanno chiarito che considerano come temporaneo l’attuale aumento dei tassi d’inflazione e che manterranno la propria attuale politica monetaria. A livello geografico, crediamo che solo la Banca Centrale canadese adotterà presto una posizione più restrittiva e quindi in Nord America favoriamo il mercato azionario statunitense afferma Swisscanto.

Per quanto riguarda la regione del Pacifico, in Australia lo slancio di crescita rispetto alle altre economie ha subito un netto rallentamento. Prediligiamo, pertanto, il mercato giapponese. A ciò si aggiunge il fatto che le società giapponesi sono meno dipendenti dal mercato cinese, cioè sono un po’ più diversificate a livello internazionale. Le small cap in Giappone hanno potenziale Dal 2010 il Nikkei 225, dominato dalle big cap, ha sovraperformato il Topix, che comprende più di 2.000 titoli. Questo è in parte dovuto al fatto che la Bank of Japan (BoJ) ha iniziato in quel periodo a controllare la propria politica monetaria anche attraverso l’acquisto di fondi indicizzati sul Nikkei. Recentemente ha deciso di passare al Topix afferma Swisscanto. È pertanto probabile che la forza relativa del Nikkei diminuisca sensibilmente, o addirittura invertirsi. La BoJ ha anche deciso di non effettuare più acquisti regolari e ha fissato un limite massimo annuale di 12 trilioni di JPY, piuttosto che investire un importo target costante.

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