Il mondo della consulenza finanziaria si sta attrezzando per modificare l’asset allocation dei portafogli, ma ci sono ancora molti passi da fare, soprattutto sulla conoscenza degli strumenti alternativi.
L’intervista esclusiva a Mauro Panebianco, di PwC, tratta dal numero di novembre/dicembre 2017 di Asset Management.
La MiFID II modificherà le strategie di composizione dei portafogli da parte dei consulenti finanziari. Con uno spostamento verso l’inserimento di strumenti quotati. I consulenti, però, non sono ancora formati sugli strumenti alternativi e il loro utilizzo all’interno del portafoglio, a oggi, è per lo più richiesto dal cliente. È quanto emerge dalla survey condotta da ProfessioneFinanza, PwC e Unicredit sugli impatti della MiFID II sulla composizione dei portafogli che ha considerato le risposte di un campione di analisi di quasi 900 consulenti finanziari. Asset Management ne ha parlato con Mauro Panebianco, partner PwC.
Quali saranno gli effetti dell’entrata in vigore della Mifid 2 per i consulenti e per i risparmiatori?
Mauro Panebianco: Per quanto riguarda la filiera dell’offerta, la Mifid 2 impatta tutte le imprese di investimento e tutti i mercati europei, imponendo importanti ripensamenti a livello sia strategico sia operativo. Ciò comporterà modifiche non soltanto nei modelli di offerta, ma anche nei modelli di governance delle società, con la previsione di importanti ristrutturazioni di processi, procedure e delle infrastrutture tecnologiche a supporto. Nel particolare ambito del servizio di consulenza, il cambiamento più disruptive del nuovo quadro normativo europeo riguarda l’introduzione formale del ruolo del consulente indipendente che si differenzia dal consulente non indipendente per l’impossibilità di ricevere incentivi da terzi nell’esecuzione del suo servizio all’investitore, nonché la disposizione di un regime di comunicazione delle informazioni da dare allo stesso su costi, oneri e incentivi che gravano sugli strumenti finanziari (in modalità sia ex-ante sia ex-post) e, infine, un’analisi chiara e puntuale di costi e benefici nel momento in cui il consulente proponga al cliente un cambiamento dell’asset allocation preesistente in un portafoglio, al fine di raccomandare non soltanto la miglior idoneità della raccomandazione fornita rispetto alla situazione precedente, ma anche di dimostrare che i benefici del cambiamento siano maggiori dei relativi costi. Ne consegue che i consulenti potranno scegliere se lavorare in un regime di non indipendenza o indipendenza, rispettando quindi tutti questi requisiti, e comunicandolo esplicitamente al cliente, mentre per i risparmiatori si prevedranno maggiori garanzie e più strumenti informativi per capire che tipo di prodotti stiano comprando, se gli stessi siano adeguati per loro e, soprattutto, quante e quali spese dovranno sostenere.
Qual è l’impatto sulla composizione dei portafogli?
Mauro Panebianco: La rivisitazione del servizio di consulenza modificherà inevitabilmente le strategie di composizione dei portafogli da parte dei consulenti finanziari favorendo un probabile spostamento verso l’inserimento di strumenti quotati all’interno dei portafogli, soprattutto a causa della pressione sui margini che deriverà dai costi di adeguamento alla nuova normativa e da una diminuzione dei rendimenti. Dalla ricerca che abbiamo condotto spicca, infatti, un crescente timore dei professionisti verso la potenziale perdita di redditività dei prodotti gestiti e un conseguente crescente interesse verso prodotti quotati, quali per esempio i certificates, all’interno di un’ottica di architettura maggiormente aperta che possa contribuire a identificare le migliori soluzioni di investimento per gli investitori. Tuttavia al momento la conoscenza del consulente in ambito di strumenti alternativi è ancora lacunosa e il loro utilizzo è perlopiù proposto dal cliente. Ne consegue che, sebbene il mondo della consulenza finanziaria si stia attrezzando per modificare l’asset allocation dei portafogli raccomandati al cliente, ci sono ancora dei passi da fare in tema di conoscenza di questa nuova tipologia di strumenti finanziari.