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Quality grwoth: la qualità delle società continuerà a premiare nel lungo periodo
Comgest gestisce fondi azionari da oltre 30 anni su tutte le zone geografiche con un unico stile quality growth. Il nostro stile di gestione tende a preferire società con attività solide, trasparenti e con una crescita solitamente a due cifre e sostenibile nel tempo.
Per questo preferiamo settori come quello tecnologico, l’healthcare e il settore del consumo. Siamo invece tendenzialmente assenti in settori come le materie prime, il settore finanziario in particolare quello bancario e in settori ciclici in generale. Queste aree non ci danno la visibilità nel lungo periodo che noi richiediamo, aumentano la volatilità e il rischio dei portafogli, sono troppo legate a dinamiche macroeconomiche e non alle aspettative delle
singole società. Preferiamo invece focalizzarci su società che in generale hanno un elevato livello ESG e che sono poco influenzate da cicli economici. Per tale ragione la nostra esposizione a società con alto livello di carbonio e fossili é praticamente assente. Il 96% dei nostri fondi sono tra l’altro sotto la classificazione dell’articolo 8, secondo la regolamentazione SFDR.
Tuttavia, l’assenza di esposizione a questi settori che ha premiato nel passato sulle performance di lungo periodo, può avere ed ha avuto effetti negativi sulle performance del breve. Se da una parte le ottime performance post Covid ci hanno permesso di raggiungere il livello massimo di AUM di 40 miliardi di euro, durante la fine del 2021 la rotazione settoriale a favore di titoli ciclici, in particolare legati a materie prime e petrolio e, inizialmente, anche di quelli bancari, ha avuto un impatto negativo in termini relativi sulle nostre performance.
A cura di Gabriella Berglund, Branch Manager di Comgest Italia
Europa, le tre sfide da gestire
A cura di Alistair Wittet, gestore azionario Europa di Comges
Più volte abbiamo sottolineato che prevediamo una crescita più rapida per le società vincenti e una crescita più lenta per quelle deboli. Questa tendenza era già cominciata con il Covid e continuerà ad essere presente in periodi complicati, come quello che stiamo vivendo. Ciò significa che è improbabile
che una ripresa ciclica generalizzata a cui abbiamo assistito sia sostenuta. Le società che identifichiamo come caratterizzate da un trend rialzista includono le società iperscalabili del cloud, i fornitori di contenuti in streaming e le società di pagamento elettronico, mentre i combustibili fossili, i tradizionali operatori bancari e i negozi fisici di vendita al dettaglio stanno mostrando performance sempre più al ribasso.
Ci troviamo di fronte a tre sfide importanti, in materia di ambiente, catena di approvvigionamento e pressioni inflazionistiche le quali hanno sicuramente maggiori ripercussioni nel breve periodo. Tuttavia, dato il nostro approccio all’investimento quality growth, riteniamo che questi fattori sfavorevoli
potrebbero essere ben gestiti nel lungo termine dalle nostre società in portafoglio, in quanto tendono a essere favorite da vantaggi competitivi durevoli.
La nostra esperienza ha dimostrato che durante i periodi di inflazione, i titoli quality growth hanno solitamente qualità difensive, come per esempio bilanci solidi, flussi di cassa disponibili per finanziare l’innovazione e marchi forti che consentono di trasferire gli aumenti di prezzo ai clienti finali. Sebbene le forze esterne e il sentiment possano incidere sulle valutazioni, alcune società possono sfruttare un contesto favorevole per trarre vantaggio da tali problematiche.
I mercati azionari sono scesi in seguito alla notizia dell’invasione russa dell’Ucraina. Il prezzo del petrolio è salito alle stelle, l’euro è sceso e i timori di inflazione sono peggiorati. Dopo aver sottoperformato prima dell’invasione, il portafoglio si è dimostrato successivamente più difensivo. Prevediamo un impatto diretto limitato del conflitto sui fondamentali del portafoglio, in quanto, i prodotti o servizi forniti sono di natura difensiva e quindi meno sensibili agli shock esterni. Che si tratti dei prodotti anti-obesità di Novo
Nordisk o degli occhiali di EssilorLuxottica, per fare due esempi, crediamo che la domanda rimarrà robusta, come nei periodi di stress passati.
La stagione degli utili che volge al termine ci spinge a trovare conforto nei solidi risultati registrati in tutti i settori. Dassault Systèmes ha riportato una crescita a due cifre del fatturato e degli utili, sostenuta dall’ulteriore rafforzamento della sua offerta nel settore sanitario in seguito all’acquisizione di Medidata. Nel settore delle costruzioni, sia Sika sia Assa Abloy hanno chiuso l’anno con vigore e hanno fornito stime rassicuranti per il 2022, nonostante i timori per le pressioni sui costi dei fattori produttivi. In entrambi i casi, come in gran parte del portafoglio, le società prevedono di compensare completamente le pressioni inflazionistiche nel corso dell’anno con aumenti dei prezzi. Dire che viviamo in tempi incerti è sicuramente un eufemismo, ma continuiamo ad essere confortati dalla qualità delle posizioni del portafoglio e dalla loro capacità di compensare o adattarsi all’ambiente in rapido cambiamento.
Continueremo ad approfittare delle opportunità offerte dalla debolezza delle quotazioni azionarie per costituire interessanti posizioni a lungo termine.
Giappone, buona stagione degli utili
A cura di Chantana Ward, gestore azionario Giappone di Comgest
Anche in Giappone abbiamo assistito alla grande rotazione settoriale che ha favorito lo stile value rispetto al growth. In generale l’indice value ha overperformato il growth dell’8% dal mese di dicembre a causa del rialzo dei tassi di interesse e dei problemi legati alla supply chain e alle materia prime.
Questa rotazione é avvenuta in Giappone come sugli altri mercati. D’altra parte, l’assenza di inflazione in Giappone rispetto agli altri mercati, la politica di tassi di interesse pari a zero e il controllo della curva dei tassi, riconfermato venerdi 18 marzo, con il continuo declino nei prezzi immobiliari, dovrebbe dimostrare che probabilmente questa rotazione si arresterà presto in Giappone.
Nonostante la rotazione, il fondo é riuscito ad essere vicino al benchmark dalla fine di gennaio grazie ai buoni risultati delle società in portafoglio e alle reazioni positive degli annunci dei risultati di società come Uniqlo, Kode o Don Quijote. Il governo ha annunciato la riapertura delle frontiere per la prima volta in due anni, ad alcune condizioni. Si è trattato di un importante passo avanti a livello psicologico verso la normalizzazione dell’economia e, a nostro avviso, gli investitori possono ora sperare in una forte ripresa
economica nel 2022.
Siamo positivi su società come, Daifuku, che, nell’ultimo trimestre, ha registrato un aumento dell’utile operativo del 22% e un’espansione del portafoglio ordini del 17% (su base annua), in quanto l’infrastruttura di e-commerce giapponese e la domanda di robot per la manipolazione dei wafer di TSMC hanno continuato ad aumentare. Kosé ha previsto un aumento del 40% dell’utile operativo per il prossimo anno e ha ribadito il suo obiettivo del 15% di margine operativo a medio termine, dato che i suoi marchi di cosmetici di prestigio continuano a beneficiare della normalizzazione in Giappone e della crescente presenza in Cina. Nonostante l’impatto di Omicron sulla presenza dei consumatori nei negozi, Pan Pacific (gestore dei negozi Don Quijote) ha registrato una crescita dell’utile operativo del 5,5% lo scorso trimestre (su base annua) come risultato della sua eccellente politica di approvvigionamento.
I più recenti risultati trimestrali di Shimano hanno evidenziato un aumento dell’utile operativo del 46% (su base annua) e l’azienda ha comunicato al nostro team un aumento della capacità produttiva del 20% per rispondere alla forte crescita della domanda.
Asia, ci sono buone opportunità
A cura di Bhuvnesh Singh, gestore azionario Asia (ex Japan) e India di Comgest
I mercati asiatici sono stati deboli da inizio anno e negli ultimi 12 mesi. La scarsa performance del mercato cinese è stata la ragione principale di questa debolezza. Una combinazione di restrizioni legate al COVID, una stretta politica monetaria/fiscale e un giro di vite normativo sulle aziende di nuova generazione ha portato a un sentiment debole dei consumatori e a problemi significativi per il settore immobiliare con un’eccessiva leva finanziaria. Oltre a questo, i forti prezzi delle materie prime e il recente conflitto in Russia-Ucraina hanno ulteriormente smorzato l’andamento dei mercati. Questo tipo di volatilità del mercato gioca a nostro favore in quanto gestori attivi e a lungo termine. Questo ci dà la possibilità di acquistare grandi franchise a prezzi più bassi con la convinzione che nel nostro orizzonte di investimento a lungo termine le valutazioni e le performance dovrebbero normalizzarsi. Per esempio, la volatilità del mercato ha portato a una situazione in cui il principale assicuratore cinese si trova con una valutazione al di sotto del book value e la società di e-commerce cinese dominante è scambiata a multipli bassi a due cifre. In effetti, ci aspettiamo che queste opportunità portino a rendimenti significativi dal livello attuale, nonostante la volatilità a breve termine. L’andamento degli utili potrebbe anche cambiare con la ritardata riapertura dell’economia cinese e una politica monetaria e fiscale relativamente più accomodante. Inoltre, le recenti dichiarazioni dei governi suggeriscono che anche le pressioni normative potrebbero diminuire in futuro.
Sempre in Asia, le nostre posizioni a Taiwan continuano a registrare una performance costante. Gli investimenti in società tecnologiche leader come TSMC o Delta Electronics hanno ottenuto buoni risultati. Anche se la Corea è stata un po’ più sfidante, il mercato continua ad avere prezzi ragionevoli e rimaniamo soddisfatti dei guadagni delle nostre società. All’interno dell’ASEAN, troviamo una serie di opportunità interessanti in Vietnam, un paese che sta andando molto bene economicamente e ciò si riflette nelle tendenze degli utili delle nostre società. Anche l’India continua a performare bene, anche se la recente forza dei prezzi delle materie prime potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente macro – le nostre società sono più idiosincratiche e quindi i loro utili continuano a rimanere robusti.