L’andamento del mercato del credito nel primo semestre è stato caratterizzato da alti e bassi. Le incertezze per la seconda parte dell’anno rimangono alte
L’andamento del mercato del credito nel primo semestre dell’anno è stato caratterizzato da alti e bassi. I rendimenti dei titoli di Stato sono calati, con i rendimenti dei Bund che hanno toccato un nuovo minimo storico a fronte dell’escalation della guerra commerciale USA-Cina. Nel frattempo, l’inasprimento degli spread creditizi sull’onda delle dichiarazioni di politiche monetarie espansive da parte delle banche centrali si è tradotto in una forte performance delle obbligazioni societarie.
Per la seconda parte dell’anno, le prospettive per i titoli di Stato sono molto incerte e dipendono dal conflitto commerciale USA-Cina, per il quale esistono tre potenziali risultati. Nel primo scenario, con lo status quo invariato, la Fed potrebbe decidere due riduzioni “di sicurezza” dei tassi. Nel secondo scenario, quello di un’escalation completa della guerra commerciale, ci aspettiamo che la Fed riduca i tassi in modo aggressivo – tra 150 e 200 punti base. Questi due scenari sembrano essere egualmente probabili. Infine, c’è una piccola possibilità di una risoluzione rapida, nel qual caso la Fed potrebbe aumentare i tassi. Nel complesso, questo rende difficile sviluppare una forte conviction.
Il rallentamento della crescita mondiale rende improbabile un ulteriore inasprimento della politica monetaria per il resto del 2019. Se i dati macroeconomici continueranno a deludere, la politica monetaria potrebbe addirittura allentarsi. Ciò è positivo per i mercati globali del credito investment grade. In Europa, il reinvestimento dei flussi di cassa provenienti dall’ingente stock di obbligazioni in bilancio della BCE sosterrà i mercati del credito. Tuttavia, i recenti dati macroeconomici non sono di buon auspicio per gli utili delle imprese nel secondo semestre. Inoltre, la perdurante incertezza sulla Brexit e il premio di rischio ancora elevato sui titoli di Stato italiani sono fattori chiaramente negativi per i mercati europei. Le banche centrali potrebbero venire in soccorso se il contesto macroeconomico dovesse peggiorare ulteriormente. Tuttavia, dato che i mercati hanno già scontato due tagli dei tassi da parte della Fed prima della fine dell’anno, le banche centrali avranno maggiore difficoltà per sorprendere al rialzo.
Il mercato del credito è sceso a livelli di spread considerevolmente più ampi a maggio, per poi recuperare la maggior parte delle perdite nel mese di giugno. Se da un lato le operazioni più rischiose sono più difficili da realizzare o vedono il loro prezzo fissato a spread più ampi di quanto originariamente previsto, dall’altro i crediti BB sono molto richiesti e quindi vedono in genere spread più ridotti e un numero di sottoscrizioni significativamente superiore alle aspettative. Data la nostra valutazione secondo la quale i fondamentali del credito non miglioreranno molto, ma rimarranno ai loro attuali livelli sani, attualmente sottopesiamo le società estremamente deboli, ma sovrappesiamo il segmento medio e le società di qualità superiore.
Nel complesso, le aspettative di crescita economica sono moderate, soprattutto per l’Europa, ma la crescita globale appare ancora positiva. Sulla base della nostra ricerca interna sul credito, i fondamentali rimangono forti per gli emittenti high yield di qualità. Prevediamo che il rischio di insolvenza rimarrà basso, in quanto la maggior parte delle società ha allungato le scadenze e detiene forti posizioni di liquidità. Inoltre, la leva finanziaria è stabile e sono poche le negoziazioni di obbligazioni di grandi dimensioni a livelli di stress.
Commento a cura di Roel Jansen, Head of European Investment Grade Credit e Sebastiaan Reinders, Head of High Yield di NN Investment Partners