Come sfruttare e trarre il meglio dall’equity crowdfunding per scommettere sulle startup e PMI più promettenti della new economy
Articolo tratto dal numero gennaio/febbraio di Asset Management.
Tommaso Baldissera Pacchetti, ceo e founder di CrowdFundMe, la piattaforma di equity crowdfunding quotata all’Aim di Borsa Italiana, spiega come investire sulle startup più promettenti e con il potenziale di crescita più alto.
Investire nelle società all’interno del portale di CrowdFundMe è molto semplice, ma forse ad alcuni possono sfuggire le varie tipologie di investimento. Ci può spiegare nel dettaglio la differenza tra quote di tipologia A e quelle di tipologia B?
Tommaso Baldissera Pacchetti: Le startup e le Pmi presenti sul nostro portale possono decidere di offrire due differenti tipologie di quote societarie ai potenziali investitori: le quote A che oltre ai più classici diritti patrimoniali concedono all’investitore anche i diritti di voto, oppure le quote B che si limitano a offrire i diritti patrimoniali. È quindi chiaro che la differenza tra le due tipologie di quote è nell’attribuzione o meno del diritto di voto. Di conseguenza, gli investitori che volessero partecipare attivamente alle decisioni aziendali, dovranno pagare un prezzo più alto rispetto alle quote di tipo B.
Dal punto di vista dell’investimento, ci sono delle quote minime o comunque una quota consigliata per singolo investimento?
Tommaso Baldissera Pacchetti: Il taglio minimo d’investimento dipende dalla società che effettua la raccolta tramite il portale e dal relativo aumento di capitale. Su CrowdFundMe è possibile trovare campagne di equity crowdfunding relative a startup che hanno una quota minima di 250 euro, accessibile a tutti, ma anche realtà più consolidate come nel caso di alcune Pmiche possono richiedere un chip minimo di investimento anche di 20mila euro e oltre. Non esiste una quota consigliata per singolo investimento, l’investitore dovrebbe tenere in considerazione più fattori per fare una scelta consapevole: la propria propensione al rischio, la capacità di sopportazione di perdite, l’attuale grado di diversificazione del portafoglio, la capacità di risparmio rispetto a quanto investito in strumenti finanziari. Non è possibile dunque definire una regola generale e questo si applica per qualsiasi altro tipo di investimento in strumenti finanziari.
Grazie alla nuova normativa anche per il singolo investitore è conveniente investire in questo genere di attività. Ci può spiegare nel dettaglio quali sono i principali vantaggi dal punto di vista fiscale per chi investe?
Tommaso Baldissera Pacchetti: Investire tramite CrowdFundMe o più in generale tramite un portale di equity crowdfunding è sicuramente conveniente dal punto di vista fiscale: l’investitore potrà infatti beneficiare degli sgravi fiscali in sede di dichiarazione dei redditi se investe in startup o Pmi innovative registrate nell’apposito albo. Tali benefici si applicano sia alle persone fisiche sia a quelle giuridiche ed è possibile detrarre un importo pari al 30% di quanto investito nel capitale sociale della società.
Ci sono dei capitali minimi o massimi per godere di questi incentivi fiscali? Viene richiesto un periodo minimo di investimento per ottenerli?
Tommaso Baldissera Pacchetti: È bene distinguere tra persone fisiche e persone giuridiche. Le prime hanno il diritto di detrarre un importo pari al 30% di quanto investito fino a un massimo di un milione di euro annuo per un periodo minimo di mantenimento dell’investimento di tre anni. Le seconde possono escludere dal reddito imponibile un importo sempre pari al 30% di quanto investito ma fino a un massimo di 1,8 milioni di euro annui e, così come per le persone fisiche, è richiesto il mantenimento dell’investimento per almeno tre anni.
Sempre la recente normativa ha voluto apportare delle modifiche in tema di Pir ed Eltif, per dare un nuovo impulso agli investimenti all’economia reale. Il veicolo CrowdFundMe offre lo stesso tipo di vantaggi fiscali? Tommaso Baldissera Pacchetti: Partiamo con una premessa importante: gli Eltif sono fondi d’investimento, i Pir sono dei veicoli nonché contenitori che possono accogliere strumenti finanziari Pir compliant. CrowdFundMe è invece un portale abilitato alla raccolta di capitali online. Si tratta quindi di entità diverse che vengono regolate in modo differente. Sembra tuttavia chiaro lo sforzo da parte del legislatore di incentivare gli investimenti anche tramite il portale concedendo benefici fiscali importanti agli investitori senza eccessivi vincoli temporali o monetari.
Oltre all’investimento nelle Pmi innovative e startup, CrowdFundMe è stata autorizzata da Consob al collocamento dei minibond. Ce ne può parlare?
Tommaso Baldissera Pacchetti: L’ultima modifica al regolamento Consob sulla raccolta di capitali tramite portali online, apportata il 10 ottobre del 2019 ha introdotto la possibilità per i portali autorizzati di collocare titoli di debito tra cui i minibond delle Pmi. CrowdFundMe ha deciso di raccogliere immediatamente questa sfida e a gennaio 2020 è previsto il collocamento del primo minibond. Si tratta di un’occasione davvero importante per la nostra società che attraverserà un periodo di transizione da portale di equity crowdfunding a portale di crowdinvesting. L’obiettivo è quello di apportare diversificazione al portafoglio dei nostri investitori attuali e potenziali mitigandone il rischio complessivo.