Amundi: i mercati hanno chiuso il 2020 su basi solide, e la vittoria del Congresso da parte dei Democratici aumenta le probabilità di nuovi stimoli fiscali.
Alla luce di queste considerazioni, abbiamo rivisto al rialzo le nostre stime per il 2021 sulla crescita del PIL negli USA portandole al 5,2%-5,7% (+1% rispetto alle stime precedenti) afferma Amundi. Cresce quindi la divergenza tra gli Stati Uniti e il resto dei Paesi sviluppati, dove invece abbiamo rivisto le nostre stime al ribasso. All’improvviso, i mercati stanno mettendo in discussione la narrazione di un’“inflazione morta per sempre” soprattutto negli Stati Uniti, dove l’economia sta accelerando. I rendimenti dei Treasury stanno salendo e la curva USA si è ulteriormente irripidita nel giro di pochissimi giorni. Anche le aspettative d’inflazione da parte dei mercati sono salite ai massimi degli ultimi due anni.
Mentre i mercati obbligazionari si sono adeguati a questa accelerazione nell’ottica di un possibile ritorno dell’inflazione, le azioni sono rimaste resilienti. L’aggiustamento secondo Amundi si è fatto sentire in alcune aree di eccessi come quella delle criptovalute. Il pacchetto di aiuti da 1.900 mld di dollari per il Covid-19 proposto dal presidente Biden sta ulteriormente incoraggiando questo trend, che ha avuto un impatto anche sulle valute. Il dollaro USA ha interrotto il trend discendente cominciato a inizio anno dopo i forti movimenti del 2020. Per gli investitori, il rafforzamento della narrazione sulla reflazione comporta alcuni aggiustamenti:
• Adottare una posizione progressivamente più prudente sulla duration. Le banche centrali manterranno un atteggiamento accomodante, ma i mercati stanno iniziando a scontare una possibile riduzione degli acquisti di attivi. Per la prima volta si è vociferato dell’eventualità di una riduzione degli stimoli monetari da parte della Fed. Questo dibattito ha preso le mosse dall’accelerazione della crescita economica e dai progressi riguardo ai programmi sulle vaccinazioni contro il Covid-19. Molti membri della Fed ritengono tuttavia che tali discussioni siano premature. Il presidente Powell ha ribadito di recente l’importanza di non abbandonare troppo presto l’attuale politica e di fare attenzione alle modalità della comunicazione. È inoltre consigliabile un atteggiamento più prudente sulla duration nei mercati emergenti afferma sempre Amundi , dove le obbligazioni offrono ancora valide opportunità per chi è a caccia di rendimento, anche se la duration deve essere gestita in modo oculato.
• Includere forme di protezione dall’inflazione con attivi liquidi e illiquidi in un anno in cui uno dei temi principali sarà probabilmente il ritorno dell’inflazione negli Stati Uniti. Le prospettive di incentivi fiscali superiori alle attese, l’accelerazione della crescita economica, lo sblocco della domanda repressa, la rilocalizzazione delle catene di fornitura e la ripresa dei prezzi dell’energia sono tutti elementi che potrebbero spingere ulteriormente al rialzo le aspettative d’inflazione e portare ad aggiustamenti relativi del mercato. Le obbligazioni indicizzate all’inflazione diventeranno sempre più interessanti (inflazione di breakeven e TIPS), così come alcune attività reali.
• In una prospettiva cross-asset, continuiamo a privilegiare le azioni rispetto alle obbligazioni. Tuttavia, gli investitori dovrebbero cercare delle opportunità nelle aree supportate dalla reflazione, a partire dai mercati value e più ciclici come il Giappone e i mercati emergenti, dove sono favorevoli anche i trend delle commodity. Se parliamo invece di aggiustamento delle aspettative sui tassi, vediamo pochi margini per dei forti movimenti direzionali degli indici, ma all’interno di questi ultimi potrebbe proseguire la rotazione della leadership, con i titoli value e i titoli sensibili ai tassi d’interesse e all’energia in ripresa rispetto ai titoli growth che presentano valutazioni elevate/iperelevate. Questa rotazione potrebbe rallentare temporaneamente nel primo trimestre per via della decelerazione dell’attività e dei lockdown più pesanti soprattutto in Europa, ma il trend della ripresa appare intatto sul medio termine, così come il tema della rotazione dei titoli value.
• È importante monitorare con attenzione le azioni perché le valutazioni assolute sono lungi dall’essere allettanti. In particolare, se i rendimenti delle obbligazioni decennali dovessero salire ancora, la performance del mercato azionario potrebbe essere messa in discussione. Un rendimento dei Treasury decennali all’1,3% potrebbe rappresentare, secondo noi, un test per il mercato. Tuttavia, non crediamo che questo livello verrà raggiunto a breve, mentre riteniamo più probabile un movimento laterale dei mercati che spazzerà via parte degli eccessi creati dal rally di fine anno. Nel complesso, ciò richiede alcune coperture nei confronti dell’esposizione azionaria per mitigare i rischi di downside.
Finora ha prevalso la narrazione del fattore monetario dei tassi bassi, crescita bassa e inflazione bassa, ma ora sta prendendo piede una narrazione diversa incentrata su una ripresa della crescita reale che corre a ritmi più rapidi del previsto. Ovviamente, la narrazione monetaria rimane quella dominante e sembra essere ben radicata, ma il minimo cambiamento potrebbe causare molto rumore nel comparto obbligazionario e, a un certo punto, anche in quello azionario.
Per evitare di finire intrappolati in una situazione senza vie d’uscita, è importante essere fortemente selettivi nel comparto azionario e scegliere titoli appetibili in grado di beneficiare della ripresa ciclica, ma che potrebbero anche trarre vantaggio da una crescita degli utili sul lungo termine secondo Amundi. Per quanto riguarda il comparto obbligazionario, gli investitori dovrebbero gestire in modo attivo la duration e sfruttare le differenze di relative value (a livello di curva e a livello regionale). In un periodo in cui la tradizionale diversificazione degli attivi può essere messa in crisi da un rialzo delle aspettative d’inflazione, gli investitori dovrebbero avere un’allocazione agile e flessibile e prendere in considerazione strategie d’investimento meno correlate per aumentare la diversificazione dei portafogli e renderli più resilienti in vista di un possibile cambiamento di regime
Commento di Pascal BLANQUÉ Group Chief investment officer e Vincent MORTIER Deputy Group Chief investment officer di AMUNDI