Market mover e incertezze all’orizzonte. Cosa succederà dopo la Brexit che tanto ha fatto aspettare i mercati? Le prospettive per i prossimi mesi alla luce dello scenario geopolitico globale.
La prima puntata di MarketStar del nuovo anno ha tracciato un filo conduttore tra il 2019 e il 2020, analizzando,attraverso dodici “scatti”, mese per mese, i temi che hanno caratterizzato l’anno appena archiviato. Quali sono stati gli eventi principali e quanto (e in che modo) hanno inciso e contato sui mercati finanziari?
Con Sara Silano di Morningstar Italy e Giovanni De Mare, Directory Italy Sales di AllianceBernstein (società globale di gestione patrimoniale) sono stati evidenziati gli elementi che hanno condizionato i mercati e di conseguenza gli investitori. Mettendo naturalmente in relazione gli atteggiamenti e relativa propensione all’investimento e al rischio del 2019 con le prospettive per l’anno appena avviato.
Un 2019 cominciato con il fiato sospeso dopo i ribassi della fine del 2018, quando l’indice Morningstar azionario globale aveva perso oltre il 7% in euro e le valutazioni erano diventate interessanti un po’ ovunque. Ma proprio a gennaio erano tornati gli acquisti poi proseguiti tutto l’anno.
Le Banche centrali sono state dominanti nel 2019 con decisioni di politica monetaria che hanno iniettato liquidità ai mercati: saranno protagoniste anche quest’anno? Sul fronte della Bce cosa accadrà dopo il passaggio di consegne di Mario Draghi a Christine Lagarde?
Un altro mese cruciale è stato marzo: il 29 avrebbe dovuto essere il giorno dell’addio del Regno Unito all’Unione europea (Brexit), ma sappiamo bene come è andata a finire. L’evento più forte è stata l’uscita a giugno di Theresa May, con il “passaggio di testimone” a guida del Paese a Boris Johnson.
Preoccupazioni quindi tra gli investori sul pericolo di hard- Brexit ma anche sui mercati emergenti come Turchia e Argentina, che in aprile hanno attraversato un periodo di volatilità valutaria, quando in vista del voto amministrativo del 31 marzo, la Banca centrale turca ha bruciato oltre un terzo delle riserve per arginare la crisi della lira (la divisa locale), bersagliata dalla speculazione. Nelle stesse settimane, la debolezza del peso argentino, ha fatto schizzare l’inflazione nel paese sud-americano. Focus anche sul mese di maggio per le elezioni europee, in un momento in cui il Vecchio continente non può ignorare quello che accade a livello globale, a partire dalle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina, che pesano soprattutto sull’economia tedesca. L’Europa va alle elezioni, portando anche importanti sviluppi nella transizione verso un’economia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Il market mover su tutti rimane comunque la trade war, sicuramente il tema che collega i due anni di riferimento, 2019 e 2020.