La responsabilità sociale muove i mercati

Impatti su ambiente, politiche di inclusione e gender gap sostengono gli investimenti. Con quali benefici per chi decide di includerli nel portafolgio?

 

Oltre ai noti criteri esg che dominano la scena e hanno cambiato l’approccio agli investimenti, importanti restano anche i criteri di responsabilità sociale che mirano, ancora di più, a promuovere una gestione aziendale attenta agli impatti sull’ambiente, ma anche sulle tematiche di inclusione, life balance e gender gap. Davide Mascheroni, responsabile area partner commerciali di Etica Sgr; Christophe Mallet, head of international development di Ofi Asset Management; e Rebecca Xuereb, business development & corporate services di BoV Fund Services, ospiti di una tavola rotonda ogranizzata per Le Fonti Asset Management Tv Week, hanno esaminato i principali fattori che determinano l’inclusione negli investimenti Sri e i benefici portati agli investitori che decidono di includerli nel loro portafoglio. Mascheroni. Etica Sgr è nata nel 2000 proprio con la mission di promuovere i valori della finanza etica sui mercati finanziari. La Sfdr, la normativa entrata in vigore quest’anno, per noi è stato un modo per riaffermare la nostra identità e la nostra mission, che ci rende unici come società di gestione in Italia. Fin dall’inizio abbiamo proposto esclusivamente fondi che fossero sostenibili e responsabili e, parlando di nuova normativa, possiamo dire che tutti i nostri fondi oggi sono classificati come sostenibili ai sensi della normativa. Sfdr significa trasparenza dell’informazione e come Etica Sgr abbiamo sempre cercato di confermare il nostro impegno verso la sostenibilità tramite una comunicazione che fosse la più chiara e trasparente possibile. Per tanti società la nuova normativa ha voluto dire tanti sforzi ma per Etica Sgr il processo era già avviato. Pensiamo che la Sfdr sia un buon punto di partenza, ma ci sarà ancora molto da lavorare. La normativa permette in generale di avere oggi degli schemi condivisi e l’adozione di schemi condivisi favorisce il confronto tra forme di investimento sostenibili diverse, quindi a beneficio dei clienti e anche dei consulenti finanziari. Secondo noi la vera sfida sarà continuare a proporre la propria visione di finanza etica e soprattutto promuovere la propria identità cercando sempre di investire le risorse su aziende che non solo abbiamo un’ampia ed elevata responsabilità da un punto di vista ambientale, ma che guardino anche ai temi sociali relativi alla responsabilità. La pandemia ci ha portati a ripensare ai modelli di crescita economica. È stata una sorta di stress test. Molte aziende hanno continuato la propria attività, altre hanno dovuto cambiare il loro modello di business, altre ancora sono riuscite a sfruttare la pandemia per poter proporre modelli di sviluppo alternativi. Sicuramente la pandemia ha dato un’accelerata, non solo ai temi di carattere ambientale, ma anche a quelli di carattere sociale.

Mascheroni. Non c’è evidenza che un investimento sostenibile e responsabile possa fare meglio nel brevissimo periodo. Ma investire con un’ottica che non guarda solo all’analisi finanziaria ma anche in termini responsabilità ambientale e sociale, secondo noi può portare a identificare delle aziende che sono attive su trend strutturali e che andranno a impattare sulla crescita economica nel medio lungo termine. Ma se tutte le società di gestione sono chiamate a diventare più responsabili, quale sarà la chiave di lettura per differenziarsi? Mascheroni. In primo luogo resta fondamentale il commitment verso la sostenibilità e la responsabilità e Etica Sgr lo ha impresso nel dna. Gli investimenti sostenibili sono stati il nostro passato, rappresentano il presente e saranno, e non può essere che così, il nostro futuro. Tutti i nostri fondi comuni di diritto italiano stati classificati ex articolo 9 ai sensi della nuova normativa e non è un aspetto secondario: non sono molti i fondi, almeno in Italia, che sono stati classificati in questo modo. L’ articolo 9 identifica quei fondi che, oltre a promuovere criteri ambientali, hanno formalizzato un impegno in termini di obiettivo specifico di sostenibilità nei confronti dei clienti. Impegno che deve essere rendicontato nel corso 2021 Maggio / Giugno 41 requisiti di diversificazione del portafoglio, nessuna necessità neanche di banca depositaria. Per quanto riguarda la gestione, questi fondi sono strutturabili sia attraverso un gestore regolato esterno, nella forma di fondo autogestito dove il cda – stiamo parlando della forma di sicav – nomina un comitato di investimento responsabile per la gestione del fondo. Sebbene i Pif non possano godere del passaporto europeo per la raccolta, questa può essere fatta attraverso private placement. Se un operatore volesse avere il passaporto europeo si ricorre al Naif, un prodotto più recente introdotto nel 2016, e una soluzione fast track. È un prodotto del gestore che aderisce alle direttive europee.

La procedura è molto snella e veloce: in massimo 10 giorni dalla notifica da parte del gestore al regolatore, questo verrà incluso nella lista dei Naif dando piena operatività al fondo. Non è un prodotto regolato direttamente perché è il gestore stesso che è regolato dalla normativa europea. Un veicolo che quindi non può essere autogestito, ma che gode dei benefici dati dal passaporto europeo. Questi strumenti innovativi sono solo uno dei vantaggi offerti dalla giurisdizione di Malta. Altri fattori che rendono Malta una scelta vantaggiosa sono costi competitivi abbinati all’alta qualità del servizio, la snellezza delle procedure, l’approccio pro business del regolatore finanziario e una normativa solida ma flessibile, le competenze qualificate dei professionisti. del tempo. Proponiamo un processo di investimento orientato a temi di carattere etico e dall’altro a un processo di selezione esg proprietario che integra le diverse strategie sostenibili e responsabili: le esclusioni delle attività controverse, ma anche le aziende che pur non facendo parte dei settori controversi abbiano posto in essere comportamenti lesivi di diritti fondamentali, come la privacy o che abbiano abusato di posizione di dominante, o violato convenzioni internazionali. Oltre a questo c’è la parte di selezione positiva, con valutazioni ambientali e di buon governo. Cerchiamo di identificare le migliori aziende e i migliori Stati in termini di responsabilità ambientale e sociale, attraverso un approccio best in class, che tende a identificare il meglio sia con riferimento a una soglia assoluta sia in riferimento a una soglia settoriale.

Negli ultimi anni abbiamo inserito in questo processo delle valutazioni che riguardano il rischio di sostenibilità attraverso una metrica di rischio esg proprietario che ci permette di misurare e selezionare il rischio di sostenibilità. E delimitare l’universo investibile al gestore. Come si comportano le aziende europee rispetto al resto del mondo e cosa si deduce sul rapporto tra «buoni comportamenti» e rendimenti del portafoglio di un fondo? Mallet. I criteri che utilizziamo sono consolidati e utilizzati da oltre 15 anni. Questa metodologia si basa su due punti essenziali. Il primo è sicuramente l’identificazione dei temi chiave dei singoli settori. Il secondo è il peso che viene attribuito alla governance rispetto alle tematiche esg. Queste due componenti compongono il nostro rating di valutazione per la selezione degli investimenti. Il successo di questo approccio è riscontrabile facilmente ad esempio guardando i risultati del nostro fondo Climate change che vede una performance a 3 anni del 37%, contro un benchmark del 15%. Dunque la rilevanza del fattore esg è sempre più importante anche sui rendimenti. Nel 2020 durante l’emergenza covid si è mostrato resiliente a dispetto delle turbolenze dei mercati. In Europa è stato davvero una chiave difensiva per gli investimenti e dati alla mano sono quelli con i rendimenti migliori propria Europa.

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