Il presidente di Cassa Forense, che vanta un patrimonio di 13,5 miliardi di euro, spiega quali sono le strategie che caratterizzano il fondo pensione
Articolo tratto dal numero maggio/giugno di Asset Management
Cassa Forense è l’ente di previdenza e assistenza degli avvocati italiani e svolge la funzione di garantire prestazioni di primo pilastro alla categoria degli avvocati. La sua istituzione risale al 1952. Dal 1995 la Cassa ha assunto la natura di fondazione con personalità giuridica di diritto privato. La fondazione ha autonomia gestionale, organizzativa e contabile ma, in considerazione della natura pubblica della propria attività, la gestione economico-finanziaria è tenuta ad assicurare l’equilibrio di bilancio. La vigilanza è esercitata dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dal ministero dell’Economia e finanze e dal ministero della Giustizia. La Corte dei Conti esercita il controllo generale sulla gestione, riferendone annualmente al Parlamento. Le più recenti riforme, da quella del 1980 a quella del 2012, hanno perfezionato un sistema che garantisce la sostenibilità cinquantennale, coniugandola a un’ampia flessibilità nella contribuzione, oltre a una serie di agevolazioni per i neoiscritti. Il nuovo Regolamento per l’assistenza, entrato in vigore all’inizio del 2016, ha consentito alla Cassa Forense di realizzare il proprio progetto di welfare integrato, introducendo misure a sostegno di tutta l’avvocatura. Gli iscritti all’ente sono circa 245mila. Nel 2019 sono stati erogati oltre 29 mila trattamenti pensionistici. Abbiamo chiesto al presidente della Cassa, l’avvocato Nunzio Luciano, quali sono le strategie di gestione che caratterizzano il fondo pensione.
A quanto ammonta il patrimonio della Cassa?
Il patrimonio complessivo, a valori di mercato e considerando i dati relativi a fine dicembre 2019, risulta pari a circa 13,5 miliardi di euro. Nel corso dell’ultimo decennio, il capitale è cresciuto in media di oltre 700 milioni di euro all’anno, per l’effetto combinato di un netto previdenziale positivo e del rendimento incassato. Il patrimonio mobiliare dell’ente, che non include gli investimenti in immobili diretti e fondi chiusi, risulta pari a circa l’83,7% dell’ammontare complessivo.
Qual è l’approccio di investimento adottato?
Il principale criterio adottato è stato ed è quello di seguire un processo di costruzione del portafoglio che non esito a definire disciplinato e lungimirante. Partendo dall’asset allocation strategica a più lungo termine, si inserisce un’attività di ricerca globale, macroeconomica e di mercato, che influenza le scelte a breve termine sviluppate dal team investimenti in risposta alle opportunità di mercato. Le proposte d’investimento sono state declinate nel tempo attraverso le diverse asset class, azionario, obbligazionario, real estate, private equity, per citarne alcune. Le differenti tipologie di strumenti finanziari, fondi e titoli ad esempio, sono state differenziate nel diverso grado di liquidabilità. Attraverso questo processo, si è ottenuta una diversificazione “multi-dimensionale” del portafoglio che cerca di ottimizzare le oscillazioni del mercato, preservando il capitale.
Pensate che l’asset allocation del vostro fondo cambierà a causa della crisi economica post Covid-19? E se sì, come?
Le scelte strategiche hanno consentito all’ente di entrare nel primo mese della pandemia da coronavirus con un sensibile eccesso di liquidità. Più in generale si può rappresentare una chiara impostazione conservativa che ha caratterizzato il posizionamento tattico del fondo pensione nei mesi precedenti la diffusione del Covid-19. Attualmente la Cassa, senza trascurare i diversi scenari che si prospettano, dai più ottimistici (una delle ipotesi più comuni tra i diversi asset manager è che la recessione avrà la forma di una “V” e che quindi dopo il crollo della produzione, appena l’economia sarà tolta dalla stasi in cui si trova, ci sarà un improvviso e rapido rimbalzo) ai meno ottimistici (ovvero che lo scenario sia quello di una ripresa ad “L”, in cui a un calo verticale segue una ripresa lenta) sta riposizionando le proprie proposte di investimento. Infatti, è già iniziato un percorso di riallocazione del portafoglio di investimenti dell’ente, presentando una serie di assessment riguardanti strumenti finanziari “direzionali”. Inoltre, poiché gli impatti della pandemia da coronavirus sull’economia reale e quindi sulle professioni, sono ancora tutti da misurare, a scopo precauzionale il saldo disponibile per investimenti nel corso 2020 sarà costituito pressoché da operazioni di arbitraggio del portafoglio stesso. Last but not least, Cassa Forense ha aderito e sottoscritto la dichiarazione alla base della Green recovery alliance, un’alleanza globale tra decisori politici, leader economici e finanziari, sindacati e Ong. L’obiettivo è quello di sviluppare «green recovery investment packages» che accelerino la transizione verso la neutralità climatica e un ecosistema sano. Infatti, non va dimenticato che la crisi climatica perdura e che lo slancio per combattere questa battaglia deve rimanere una priorità dell’agenda politica europea.
Articolo a cura di Leopoldo Fiore