La BCE aumenta i tassi a 75 pb, un commento a caldo

La BCE aumenta i tassi di 75 punti base, una mossa ampiamente prevista, come dimostrano le deboli reazioni dei mercati e l’euro che ha mantenuto la parità col dollaro.
La bce aumenta i tassi

“La BCE aumenta i tassi di 75 punti base, una mossa ampiamente prevista, come dimostrano le deboli reazioni dei mercati e l’euro che ha mantenuto la parità col dollaro. Più interessante il fatto che la Banca Centrale Europea ha deciso di segnalare già da adesso ulteriori variazioni al rialzo nella restante parte dell’anno, in vista di una significativa revisione al rialzo della sua proiezione sul Pil reale. Tuttavia, la reazione dei mercati a questa affermazione è piuttosto debole, forse anche a causa dei dubbi generati dall’annuncio che chiariva come l’approccio della Bce per l’immediato futuro sarà basato sui dati e stabilito di volta in volta. Nel complesso, queste due affermazioni in contrasto tra loro sembrano aver portato a una posizione di neutralità, che non ha dato ulteriore spinta al rafforzamento dell’euro. L’atteggiamento più aggressivo assunto da Francoforte è dovuto principalmente al costante aumento dei prezzi di energia e commodity e al rischio che questi vadano a ripercuotersi sul costo della vita quotidiana e sulle aspettative legate all’inflazione, come dimostrato dalle significative revisioni fatte su quest’ultima per il prossimo anno. Il lato positivo è che queste proiezioni non segnalano una recessione nella regione, ma piuttosto una combinazione di crescita bassa con uno scenario di inflazione elevata.

Noi di Global X rileviamo movimenti interessanti lungo la curva dei rendimenti dei bond tedeschi. Non solo il front-end è salito di 13 punti base con il rialzo dei tassi, ma anche il long-end ha fatto lo stesso, suggerendo che le aspettative dei mercati sull’inflazione e sulla crescita a lungo termine si sono fatte più rosee. A seguito del meeting, la Bce ha inviato segnali contrastanti, ma in generale sembra sia stata la posizione dei falchi a prevalere. Probabilmente, il punto più importante che è emerso è stato quello più volte sottolineato dalla presidente Lagarde, secondo il quale l’inflazione prevista alla fine del periodo di proiezione del 2024 non dovrebbe essere all’obiettivo del 2% ma piuttosto del 2,3%, il che potrebbe potenzialmente giustificare più aumenti dei tassi, anche di ampia portata.

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