L’inflazione non è necessariamente una cattiva notizia per investire nell’azionario. Un po’ di inflazione può rivelarsi vantaggiosa per i risultati aziendali, in quanto consente di aumentare i prezzi e proteggere la redditività, cosa che non hanno potuto fare negli ultimi anni. Inoltre, aiuta le banche e le società legate alle materie prime che hanno faticato in un contesto di bassa inflazione e bassi tassi di interesse. Poiché l’inflazione si è dimostrata più persistente di quanto le banche centrali avessero inizialmente pensato, è probabile che l’aumento dei costi si protrarrà nei prossimi mesi. Le società con margini lordi medi elevati e un basso indebitamento potrebbero essere più adatte a far fronte a questo nuovo contesto.
Le aziende che potrebbero avere successo in un simile contesto sono quelle che forniscono servizi essenziali, come i giganti della sanità; aziende con prodotti di qualità; aziende che offrono soluzioni che consentano di ridurre i costi. L’infrastruttura cloud e il software-as-a-service hanno registrato una forte diffusione, in quanto gli effetti di rete e di scala determinano riduzioni strutturali dei costi unitari. E ancora: aziende in settori con dinamiche di domanda e offerta favorevoli. I produttori di semiconduttori e di apparecchiature per chip; le aziende che servono clienti relativamente poco sensibili alle variazioni di prezzo, come le aziende di beni di lusso.
Le società i cui ricavi possono “gonfiarsi” a un tasso superiore a quello dei costi sono ben posizionate per ottenere risultati migliori in un contesto di inflazione più elevata. Tali società hanno anche maggiori probabilità di migliorare l’allocazione del capitale, aumentando il rendimento del capitale per gli azionisti e, di conseguenza, migliorando la distribuzione dei dividendi. Nel 2021 i dividendi hanno registrato una forte ripresa globale, più che compensando i tagli effettuati durante la fase più acuta della pandemia nel 2020. A livello mondiale sono stati distribuiti ben 1.900 miliardi di dollari di dividendi nei 12 mesi conclusisi il 31 maggio 2022, con un balzo del 20% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nel 2021 sono stati superati i record di crescita dei dividendi in diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Cina e Svezia, anche se il ritmo di espansione è stato più rapido in quelle parti del mondo che avevano registrato i maggiori cali nel 2020, in particolare Europa, Regno Unito e Australia.
In prospettiva, gli investimenti in dividendi potrebbero assumere un ruolo più importante nel rendimento totale di un portafoglio. I titoli che generano dividendi offrono una combinazione di reddito e di potenziale rivalutazione del capitale, soprattutto perché le valutazioni di molte di queste società appaiono ragionevoli dopo un lungo mercato rialzista per i titoli growth. Tuttavia, in un contesto di tassi in crescita, è importante essere cauti nei confronti delle società che presentano un forte indebitamento o un’eccessiva leva finanziaria nei propri bilanci.
Negli ultimi anni, i rendimenti relativi dei titoli ad alto rendimento da dividendi hanno mostrato una correlazione positiva con le variazioni dei rendimenti dei Treasury, invertendo una correlazione negativa durata 30 anni. Se questa tendenza dovesse continuare, un aumento dei tassi d’interesse statunitensi potrebbe non frenare le prospettive dei titoli legati ai dividendi come è avvenuto in passato. I settori finanziario, energetico, dei materiali e sanitario rappresentano una fetta consistente dell’universo dei dividendi, dove le banche e le società minerarie, da sole, hanno garantito tre quinti dell’aumento di 212 miliardi di dollari di payout nel 2021.
Finanziari. Dopo la Grande Crisi Finanziaria, le banche hanno accumulato capitale in eccesso nei loro bilanci e la maggior parte di esse è ora ben capitalizzata, dopo essere stata sottoposta a una serie di stress test dalle autorità di regolamentazione. L’aumento dei tassi dovrebbe aiutare le banche più sensibili ai tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa a espandere i loro margini di interesse netti, che per molti anni sono stati ridotti da tassi di interesse persistentemente bassi. Ciò potrebbe tradursi in un rafforzamento degli utili, in un miglioramento dei flussi di dividendi e in un aumento dei multipli di valutazione.
Energia e materiali. L’aumento della domanda post-pandemia di vari prodotti e servizi ha portato a un incremento dei prezzi delle materie prime su cui si basano tali prodotti e servizi e a un aumento della domanda di energia necessaria per produrli. Le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno ulteriormente aggravato l’aumento dei prezzi delle materie prime.
Health care. Le società del settore sanitario potrebbero essere una fonte di crescita degli utili e dei dividendi nell’attuale contesto inflazionistico. Come le società energetiche, anche le principali aziende farmaceutiche riconoscono che una parte consistente della loro proposta di valore per gli investitori è rappresentata dal pagamento dei dividendi. Questo, unito alla pipeline potenzialmente solida dei prossimi anni di diverse grandi aziende farmaceutiche e biotecnologiche in tutte le aree geografiche, ci porta a ritenere che questo sia un altro settore che può rappresentare una fonte ben diversificata di reddito azionario.
In conclusione, nell’ultimo decennio, molte società growth sono state premiate (alcune assumendo un maggiore rischio di credito) in un contesto di crescita economica globale modesta, inflazione molto bassa e tassi di interesse bassissimi. Sembra che ci troviamo nelle prime fasi di un mercato azionario che sta iniziando a mostrare una certa ampiezza dopo una forte concentrazione sui titoli di crescita legati alla tecnologia nei settori IT, dei consumi discrezionali e dei servizi di comunicazione, soprattutto negli Stati Uniti. Con l’aumento della volatilità dei mercati a causa della stretta monetaria, dei livelli elevati di inflazione e delle tensioni geopolitiche, gli investimenti in dividendi potrebbero svolgere un ruolo più importante nel rendimento totale di un portafoglio. Storicamente, i dividend grower tendono a generare rendimenti maggiori rispetto ad altre strategie basate sui dividendi, mantenendo al contempo un livello relativamente buono rispetto al mercato più ampio. I dividend grower possono anche offrire una certa resistenza all’aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse, soprattutto grazie a utili più solidi.
A cura di Christophe Braun, Investment Director di Capital Group