Gli aggressivi aumenti dei tassi di interesse statunitensi del 2022 hanno determinato un reset delle valutazioni, soprattutto per i titoli con una capitalizzazione di mercato più affidabile sul valore terminale. La stretta aggressiva della Federal Reserve (Fed) potrebbe causare un rallentamento del PIL nominale americano. A nostro avviso, la prossima “leg down” dei mercati potrebbe essere trainata soprattutto da un ciclo di revisioni al ribasso degli utili per azione, dovuto al rallentamento della crescita dei ricavi. La Fed ha fatto capire chiaramente che la sua priorità è ridurre l’inflazione, che negli Stati Uniti ha probabilmente raggiunto il picco, mentre il ritmo della disinflazione rimane incerto. Un potenziale rischio che sto monitorando è quello di un’inflazione più vischiosa delle attese. Un atterraggio morbido negli Stati Uniti è plausibile in uno scenario Goldilocks di diminuzione dell’inflazione e mercato del lavoro forte, ma raggiungere tale equilibrio può essere difficile.
Dato l’attuale scenario di mercato stiamo riducendo i rischi dei nostri investimenti nel 2022, riducendo o eliminando l’esposizione a titoli con rischi al ribasso più elevati in uno scenario recessivo e abbiamo ricominciato a impiegare la liquidità quest’anno. Nel settore IT abbiamo ridimensionato l’esposizione ai semiconduttori e incrementato quella alle società tecnologiche con caratteristiche difensive e valutazioni interessanti. Detto questo, adottiamo un approccio prudente a questo settore, a fronte della maggiore competizione e di potenziali rischi normativi.
Considerando i potenziali rischi sugli utili in un’economia mondiale in rallentamento, cerchiamo di individuare società con modelli di business più difensivi o la cui valutazione già sconta un ampio reset degli utili. L’esperienza ci ha insegnato che il Santo Graal degli investimenti orientati ai dividendi è cercare un rendimento interessante con prospettive di crescita dei dividendi solide e coerenti, e la sostenibilità dei dividendi – la capacità e volontà di una società di distribuire dividendi – è una componente importante di tale approccio.
Per gli investimenti orientati ai dividendi a lungo termine ciò che conta è la crescita sostenibile, non la crescita elevata. Aumentare i dividendi troppo in fretta può causare pressioni su distribuzioni e bilanci. Le società in grado di aumentare con costanza i loro dividendi nell’arco di un lungo periodo di tempo sono spesso quelle capaci di aumentare utili e flussi di cassa in condizioni e cicli di mercato diversi. La società biofarmaceutica AbbVie, ad esempio, ha costantemente aumentato i dividendi dalla sua costituzione, avvenuta nel 2013 a seguito dello spin-off da Abbott Laboratories.
Il rischio di tagli o sospensioni dei dividendi può aumentare nei periodi di stress economico. Prevedere ed evitare i tagli ai dividendi non soltanto contribuisce a proteggere la generazione di reddito all’interno del portafoglio, ma produce un impatto anche sul suo ritorno complessivo, poiché, tradizionalmente, i titoli che tagliano i dividendi tendono a registrare performance peggiori rispetto a quelli che pagano dividendi costanti o li aumentano. Noi teniamo sempre presente un elenco di potenziali rischi, uno dei quali riguarda i rating creditizi, laddove i vertici di un’azienda possono decidere di tagliare i dividendi per proteggere i rating o ripristinare la fiducia al fine di ridurre il rischio di rifinanziamento. I problemi legati ai bilanci possono emergere innanzitutto nei mercati del reddito fisso, soprattutto nei periodi di crisi.
Grandi operazioni come fusioni e acquisizioni o spin-off possono indurre le società a tagliare i dividendi per accelerare il rimborso del debito o reimpostare le politiche sui dividendi. In termini di rischi normativi, le autorità possono intervenire per limitare o sospendere la distribuzione dei dividendi, come accaduto per le banche europee all’apice della pandemia di Covid-19. Anche gli avvicendamenti ai vertici aziendali possono determinare un cambio di politica. sui dividendi. Noi teniamo un elenco aggiornato dei tagli o delle eliminazioni di dividendi causati da circostanze impreviste, che può essere utile alle nostre valutazioni dei potenziali rischi futuri. Anche se una società effettua tutti i controlli necessari in relazione alla sua capacità e volontà di pagare e aumentare il dividendo e vanta un ottimo track record nella distribuzione, ci sono anche altri fattori da considerare.
Molti tagli sono stati effettuati da società che fino all’ultimo momento avevano dichiarato di essere impegnate e in grado di distribuire i dividendi. L’impegno del management è sicuramente importante, ma noi valutiamo attentamente anche gli scenari in cui una società potrebbe tagliare il dividendo per calibrare la narrazione che stiamo ascoltando. Anche la valutazione della composizione del consiglio di amministrazione costituisce una componente chiave del processo, poiché in ultima analisi è il CdA che dichiara il dividendo.
A cura di Aline Avzaradel, Gestore di portafoglio di Capital Group