Con l’acquisizione di Legg Mason, Franklin Templeton è diventato uno dei più grandi gestori
indipendenti al mondo. Ma soprattutto, come ci racconta Michele Quinto, country head Italy, ora è una
società capace di combinare forza globale e specializzazione da boutique
Da sempre Franklin Templeton è riconosciuto come uno dei più grandi gestori patrimoniali al mondo. Da un paio di anni però qualcosa è cambiato al suo interno. Oltre ad avere un modello per così dire “tradizionale”, dopo l’acquisizione di Legg Mason, è diventato un gestore con un approccio anche multi-manager. Abbiamo chiesto al country head e branch manager italiano, Michele Quinto, di parlaci di questa evoluzione.
Come è stato il processo di integrazione di un modello differente da quello precedente?
Michele Quinto: da agosto 2020 con il completamento dell’acquisizione di Legg Mason (tra le più importanti operazioni di consolidamento nell’industria a livello globale) siamo diventati il sesto asset manager indipendente più grande al mondo, con masse pari a circa 1.500 miliardi di dollari e circa 1.300 professionisti (dati al 31 marzo 2022). Bisogna dire che da sempre abbiamo avuto una dimensione internazionale con diffusa presenza a livello locale, ma queste coppie dicotomiche come anche ad esempio presidio dei mercati e caccia alle startup presentano in realtà una dicotomia solo apparente. Infatti, diventano coerenti, senza stonature, nella nuova Franklin Templeton. Il processo d’integrazione si è svolto nel migliore dei modi possibili, agevolmente, con equilibrio e flessibilità da ambo le parti. Il risultato è che il matrimonio si può dire che poggi oggi su due pilastri. Il primo è quello di creare economie di scala laddove diventare più grandi vuol dire essere nelle condizioni di fare maggiori investimenti nelle aree strategiche quali tecnologia, competenze, distribuzione. Il secondo quello di rafforzare le nostre capacità d’investimento, puntando sulla specializzazione. Pensiamo ad esempio alle sei società di investimento indipendenti che sono state integrate in seguito all’acquisizione di Legg Mason, come ClearBridge Investments e Martin Currie nell’azionario, Royce Investment Partners sul fronte small cap o Brandywine Global di Filadelfia. Senza contare Western Asset per il reddito fisso, una “boutique” che gestisce da sola circa 500 miliardi di dollari.
Quali sono i punti di forza del modello multi-manager e quali sono le principali differenze con il modello tradizionale?
Michele Quinto: il punto di forza del modello multi-manager è quello di racchiudere sia forza e competenza globale sia specializzazione da boutique. Grazie a questo modello abbiamo migliorato e implementato la nostra client value proposition. Oggi siamo in grado di fornire reale personalizzazione sostenuta dalle proporzioni e dalle risorse di una grande società, il tutto guidato dal nostro unico obiettivo: dare migliori risultati ai clienti. Possiamo essere dinamici dove è importante, senza eguali nella capacità di personalizzare e guidati dalla creazione di valore di lungo termine. Le nostre capacità di ampia portata ci consentono di diventare facilitatori delle nostre stesse boutique specializzate, nel fornire loro accesso ai canali distributivi, mentre un asset manager tradizionale avrebbe dei limiti in questo senso, se non altro perché privo di società specializzate al suo interno. Da un lato siamo “tradizionalisti”, siamo un’azienda a conduzione familiare di quarta generazione, ragion per cui conosciamo il valore della pianificazione di lungo termine, dall’altro lato, la nostra solidità di bilancio ci permette di continuare a investire in acquisizioni e innovazioni e a mantenerci sempre all’avanguardia, esulando totalmente dal modello di asset manager tradizionale.
Come viene gestito il processo di investimento all’interno di Franklin Templeton e quali sono i valori condivisi con le differenti buoutique che compongono il vostro nuovo assetto?
Michele Quinto: il processo d’investimento che porta alla costruzione e al monitoraggio nel tempo dei portafogli modello per i nostri clienti si basa su una robusta ricerca sia qualitativa sia quantitativa, che include le aspettative sui capital market e conduce a view macro e tematiche. Si passa quindi a un’integrazione con le view trasversali degli specialisti per asset class di Franklin Templeton per identificare le view fondamentali. Gli anelli successivi sono analisi e perfezionamento, per arrivare ad assemblaggio, test e convalida attraverso una disamina dei fondi selezionati e la loro quota condotta con un’analisi del rischio e in uno stress/scenario test. L’ultimo atto è l’esecuzione dei portafogli con il supporto di un rigoroso programma di controllo del rischio, monitoraggio e revisione secondo le nostre best practice.
Di base una prospettiva globale e un ciclo di discussione formale in ogni mercato sono fondamentali per identificare le opportunità di valore relativo da implementare in un processo d’investimento. Viene generata una view topdown in tutte le asset class e regioni, si collega e sintetizza il settore bottom-up e le analisi regionali dei team di investimento globali di Franklin Templeton, vengono pubblicate una view trimestrale sull’asset allocation che guida le idee e i temi di costruzione di portafoglio in tutte le strategie e le aspettative annuali del mercato dei capitali che vengono utilizzate per perfezionare le allocazioni modello. Nel processo di ricerca, le riunioni dei gestori svolgono un ruolo cruciale. Oltre alle visite aziendali in loco, siamo anche in costante contatto con i team di gestione delle società in cui investiamo. Questo ci consente di ottenere preziose informazioni sulle aziende e di sviluppare un rapporto professionale aperto con i team di gestione.
Come investitori attivi, poniamo grande enfasi su questa comunicazione in corso tanto che a volte diventiamo il catalizzatore, coinvolgendo i team di gestione per suggerire cambiamenti per proteggere i migliori interessi dei nostri azionisti. Ad esempio, potremmo a un certo punto raccomandare alla direzione di prendere in considerazione un cambiamento nella struttura del capitale dell’azienda o il modo in cui gestiscono l’attività. Prima di prendere una decisione di acquisto, ogni idea di investimento viene accuratamente studiata da un analista, in preparazione di una rigorosa revisione tra pari. L’intero team si riunisce formalmente su base settimanale e comunica anche in modo informale su base giornaliera in merito alle nuove opportunità di investimento e al portafoglio.
Poiché tutte le decisioni di acquisto sono il risultato dell’analisi fondamentale bottom-up dei nostri analisti delle singole società, le ponderazioni di benchmark, settore, valuta e capitalizzazione di mercato non influiscono sulla decisione del team di investimento di acquistare un titolo. Il flusso costante di comunicazione e scambio di idee tra i membri dei team di investimento significa che tutte le decisioni di acquisto riflettono le convinzioni più forti dell’intero team di investimento portando a vere e proprio opportunità high-conviction. Molto importante è l’investimento sostenibile che è un approccio globale che tiene conto delle questioni ambientali, sociali e di governance quando si investe. In FT, i fattori Esg sono integrati nel processo di investimento in tutte le strategie.
Entrando un po’ più nello specifico sui temi di investimento, l’obbligazionario è ormai da tempo che non riesce a generare le performance che soprattutto l’investitore italiano ricorda. Il comparto del reddito fisso è ormai in declino o occorre rivalutare il suo utilizzo in modo differente rispetto al passato?
Michele Quinto: la nostra presenza locale aiuta anche a definire quali siano le strategie più adatte al mercato domestico, tra le centinaia disponibili attraverso le nostre 18 piattaforme di prodotto e quindi focalizzare gli sforzi di proposizione commerciale sugli strumenti giusti. In questa fase, ad esempio, c’è grande richiesta per strategie obbligazionarie in grado di resistere al rialzo dei rendimenti, attraverso una combinazione di titoli governativi, emissioni societarie, valute, Paesi emergenti, con una duration molto flessibile, come quella proposta da uno dei prodotti di Brandywine Global, per variare la sensibilità dell’investimento all’andamento dei tassi d’interesse. Vi segnalo quindi il Franklin Templeton Legg Mason Brandywine Global Income Optimiser Fund che consente una rivalutazione del segmento obbligazionario e di un suo utilizzo costantemente al passo con il contesto di mercato attuale. Nello specifico quindi investire in questo fondo significa investire in tutte le possibilità dell’obbligazione globale. Si tratta di un fondo obbligazionario globale per tutte le stagioni che consente di ottimizzare i rendimenti e ridurre la volatilità con un approccio reattivo e focalizzato sul controllo del rischio che offre anche un’interessante gestione dei ribassi.
La strategia sottesa è diversificata in quanto investe in tutti gli strumenti di debito, dinamica e flessibile perché adotta un approccio tattico in funzione del contesto di mercato e infine difensiva, dal momento che si pone l’obiettivo di proteggere il capitale con un approccio combinato top-down e bottom-up che garantisce due diversi livelli di controllo del rischio. Il team di gestione Global Fixed Income di Brandywine Global fa leva sull’analisi specifica e dettagliata dei titoli e sull’ampia ricerca macroeconomica che integra anche i fattori Esg nel processo d’investimento. La combinazione dell’analisi macroeconomica generale e della ricerca dettagliata a livello di titolo fornisce una visione olistica delle opportunità di investimento globali. La rotazione attiva nell’universo obbligazionario fornisce fonti diversificate di potenziale rendimento.
Questi ultimi anni, segnati dalla pandemia, hanno visto l’accentuarsi della digitalizzazione e dell’evoluzione tecnologica. La tecnologia sempre di più rappresenta un driver di crescita fondamentale nel medio e nel lungo periodo. La domanda che le vorrei porre è dove e come cercare valore all’interno di un comparto che sembra essere composto solo da opportunità. Dove vedete i maggiori ambiti di crescita e le migliori opportunità per gli investitori?
Michele Quinto: questo settore presenta sicuramente un outlook di crescita come sostiene Jonathan Curtis, portfolio manager del Franklin Technology Fund e vi sintetizzo volentieri la sua view più aggiornata secondo la quale, come investitori di lungo termine, non ci sforziamo di prendere decisioni di trading di breve termine a livello di settore o di stile. La necessità di investire in società tecnologiche è convincente indipendentemente da dove ci troviamo nel ciclo economico. Le imprese e i consumatori investono nella tecnologia per migliorare la produttività. Riteniamo che le imprese siano più disposte ad accelerare i loro investimenti in tecnologia quando vedono migliorare le proprie prospettive. Anche l’inverso è vero. Inoltre, se i venti contrari all’inflazione persistono sul lato del mercato del lavoro, riteniamo che le imprese guarderanno ai miglioramenti della tecnologia e dei processi aziendali per gestire meglio i loro costi. Tali investimenti sarebbero un vento favorevole per la nostra tesi sulla digital transformation, che potrebbe aiutare a compensare i venti contrari recessivi.
A più lungo termine, vediamo opportunità significative in una vasta gamma di temi, che vanno dall’intelligenza artificiale al machine learning e analytic, al nuovo commercio e al coinvolgimento digitale dei clienti, alla cyber security, all’elettrificazione, alla tecnologia autonoma (arricchendo i sistemi automatizzati con sensori, intelligenza artificiale e capacità analitiche) e altro ancora. Sebbene tutte queste opportunità siano convincenti, riteniamo che il tema del secure cloud e SaaS (software as a service) rappresenti la più grande opportunità in quanto è alla base di tutte le altre tendenze di digitalizzazione. Nessuno degli altri temi è possibile senza il cloud. Siamo anche entusiasti della trasformazione dei media digitali e dell’ascesa del metaverso (un mondo digitale pienamente realizzato). Crediamo che l’opportunità del metaverso possa rappresentare l’ultima applicazione di digital transformation.
Criptovalute e blockchain: Se ne parla molto, ma in realtà pochi sanno concretamente cosa vogliono dire questi termini e cosa rappresentano. Secondo lei, sono dei temi importanti e solidi su cui investire o sono una moda passeggera?
Michele Quinto: le nuove tecnologie stanno sfidando le nostre convenzioni vecchie di secoli per la creazione, lo stoccaggio, la valutazione e lo scambio di denaro, così come chi lo controlla. E questo potrebbe avere conseguenze di lunga portata distruggendo i servizi finanziari come li conosciamo e creando nuove strade per lo scambio monetario virtuale in tutto il mondo. Gli sviluppi in tre aree in particolare hanno il potenziale di spingere questa rivoluzione: criptovalute, blockchain e sistemi di pagamento digitale. Il libro mastro dei Medici sviluppato nel XVI secolo ha dato impulso alla crescita economica in Europa; ora la blockchain potrebbe inaugurare un nuovo Rinascimento digitale globale, trasformando i servizi finanziari, le filiere produttive, l’assistenza sanitaria, l’attività di back-office e altro ancora. In qualità di investitori attivi, continuiamo a valutarne i rischi e le opportunità. Similmente a quanto è avvenuto nei mercati azionari tradizionali, negli ultimi trimestri anche le criptovalute hanno attratto un gran numero di nuovi investitori. Il dato è positivo, poiché la partecipazione al mercato rappresenta un fattore importante per accrescere il proprio patrimonio nel corso della vita. Vi è certamente il rischio che alcune persone non comprendano appieno la natura del loro investimento. Al tempo stesso, tuttavia, il caso d’uso del bitcoin è relativamente semplice da capire: è una riserva di valore digitale, di cui nell’attuale contesto di mercato gli investitori sono alla ricerca. La riserva di valore digitale è il primo grande caso d’uso della crittografia.
Nei prossimi anni osserveremo la diffusione di altri casi d’uso, soprattutto perché le grandi piattaforme come Paypal e Square portano più utenti nell’ecosistema e permettono ai venditori di accettare criptovalute come mezzo di pagamento. Nuove forme di denaro digitale possibili grazie a tecnologie innovative e sistemi di pagamento digitale hanno il potenziale di agevolare lo scambio di beni e servizi all’interno delle economie globali in modi che stiamo appena iniziando a vedere. Nei mercati sviluppati, sta crescendo una nuova generazione di potenziali consumatori con familiarità nel gestire la liquidità e maggiore familiarità a gestire le proprie vite attraverso il telefono. E grosse porzioni della popolazione nei mercati emergenti stanno sperimentando la disponibilità di nuove forme di sistemi di pagamento digitale, il che ha il potenziale di influire sugli utilizzi tradizionali della liquidità in questi mercati. Poiché questi nuovi sistemi di pagamento digitale si evolvono in grosse reti di consumatori e transazioni, ci sono opportunità di convergenza con valute digitali e tecnologie blockchain. Tutto ciò potrebbe offrire un altro passo verso l’adozione di massa. La rivoluzione del denaro potrebbe portare a una considerevole riorganizzazione dei servizi finanziari come li conosciamo e dei sistemi di pagamento, in generale. Le nostre interazioni con le aziende in cui effettuiamo ricerca indicano che i prossimi anni saranno un momento importante per l’evoluzione di questa rivoluzione. Al cuore della tecnologia che facilita le criptovalute c’è la blockchain. Ma il valore della blockchain si estende ben oltre la conservazione della documentazione per le criptovalute. In termini semplici, la blockchain è un libro mastro decentralizzato distribuito che registra le transazioni in modo sicuro. Ciascuna transazione è verificata e sincronizzata con ogni nodo affiliato con la blockchain prima di essere scritta nel sistema, il che la rende sia trasparente sia difficile da frodare. Finché non è verificata, la transazione successiva non può andare avanti. Chiunque abbia un computer e un accesso a internet può impostarsi come nodo, o punto di connessione, che è poi sincronizzato con l’intera storia di blockchain. L’applicazione blockchain offre nuove modalità per risolvere alcune delle tradizionali sfide nel gestire registri e transazioni in disparati sistemi e organizzazioni. Questo ha il potenziale di migliorare e razionalizzare i servizi di conservazione dei documenti, specialmente all’interno dei servizi finanziari dove molteplici parti stanno cercando di tracciare e riconciliare la stessa transazione. Il denaro non cresce sugli alberi, ma ora può essere creato al computer.
Lo sviluppo moderno delle criptovalute ha iniziato a guadagnare slancio circa 10 anni fa, al picco della crisi finanziaria globale. Man mano che il disincanto tra banche e governi è cresciuto, l’attenzione iniziale si è concentrata sullo sviluppo di sistemi di pagamento di liquidità digitale peer-to-peer che erano indipendenti dallo stato o dalle società di servizi finanziari tradizionali. Le criptovalute non sono forme dirette di liquidità digitale. Ciascuna è creata con un determinato intento, il che richiede comprensione di come sarà utilizzata. I trend di investimento speculativo e la prevalenza di initial coin offering stanno ampliando i confini dei canali di investimento tradizionali, rendendo le normative impegnative in queste prime fasi di sviluppo. Blockchain offre un nuovo metodo innovativo di conservazione dei registri che è più sicuro, trasparente ed efficiente rispetto a molti sistemi di registrazione attualmente in vigore. Questo miglioramento potrebbe avvantaggiare non solo le società di servizi finanziari quali banche e compagnie di assicurazione ma anche i settori di healthcare, immobiliare e altri che si basano su registrazioni dettagliate nel tempo.
La Cina è al primo posto nell’utilizzo di pagamenti digitali e mobili. L’uso prevalente di telefoni cellulari può dare potere a milioni di uomini e donne poveri che in genere non hanno mai utilizzato le banche. Questi sistemi di pagamento digitale stanno diventando onnipresenti per molte necessità quotidiane, dal ricevere reddito al pagare i negozi di alimentari e le degenze ospedaliere.
Abbiamo parlato delle soluzioni di investimento sul settore tecnologico: ci sono altri trend di lungo periodo che possono rappresentare davvero un’opportunità per chi desidera investire oggi in ottica di medio-lungo periodo?
Michele Quinto: come è emerso dal nostro ultimo webinar sui megatrend, quelli che dovrebbero avere il maggiore impatto sugli investitori nei prossimi cinque anni sono: la rivoluzione digitale e l’ascesa di un’economia digitale; gli investimenti sostenibili e la gestione ambientale; i cambiamenti causati dalla pandemia nel mercato real estate. La tecnologia sta sconvolgendo ogni settore e il settore real estate non fa eccezione.
Abbiamo visto come il boom dell’e-commerce danneggi la domanda di real estate per la vendita al dettaglio mentre aumenti la domanda di capannoni industriali. La sostenibilità nel real estate commerciale è diventata una preoccupazione come mai in passato. Negli ultimi anni, l’industria si è svegliata e ha abbracciato gli investimenti sostenibili poiché gli inquilini preferiscono decisamente spazi più nuovi che soddisfino rigorose certificazioni di sostenibilità.
Stiamo assistendo a una fuga verso la qualità nel settore degli uffici. Le aziende utilizzano spazi per uffici sani e moderni come strumento per attrarre e trattenere i talenti. Sia la posizione che la qualità dell’edificio contano molto più che in passato. Alcuni sviluppatori real estate stanno fissando obiettivi di sostenibilità sempre più aggressivi, come zero emissioni nette di carbonio entro il 2040. Chiaramente, questa è sia un’opportunità di investimento emergente che un potenziale rischio poiché consideriamo possibili nuove normative e requisiti di spesa in conto capitale per raggiungere questi obiettivi. Nel contesto post-covid, performance differenti persistono tra diversi settori real estate e aree geografiche.
L’edilizia unifamiliare è emersa come un interessante tema di investimento a causa del sottosviluppo cronico dopo la crisi finanziaria globale e della crescente domanda da parte dei millennial, che cominciano sempre più ad avere famiglia e si trasferiscono in periferia. Il settore della vendita al dettaglio sta affrontando sfide secolari poiché i rivenditori stanno utilizzando lo spazio in modo più efficiente, il che, combinato con un limite posto alle nuove costruzioni, maggiore spesa dei consumatori e crescita economica, aiuterà a rilanciare il settore. I rivenditori stanno espandendo le loro interfacce clienti e collaborando con aziende dirette al consumatore per ottenere una presenza omnichannel.
I negozi possono anche servire come soluzione ai problemi della catena di approvvigionamento. Il real estate industriale rimarrà forte poiché l’espansione dell’e-commerce aumenterà la necessità di più spazio da adibire a magazzini. Con l’onshoring della produzione e la crescita della popolazione, la domanda di centri logistici emergenti nel sud-est e nel sud-ovest aumenterà. Le esigenze dei data center continueranno a crescere man mano che i fornitori di servizi cloud, i social media, lo streaming di contenuti, il 5G e le società di intelligenza artificiale si espandono. Ci sono poi gli investimenti Esg, che probabilmente nei prossimi cinque anni non saranno più chiamati «Esg» e nemmeno designati come disciplina separata. Saranno parte integrante del modo in cui gli investitori analizzeranno e investiranno nelle aziende. Anche il software-as-a-service e il cloud stanno trasformando il modo in cui le aziende fanno affari, aiutandole ad aumentare l’efficienza e a risparmiare sui costi.
Le piattaforme di e-commerce, nel frattempo, stanno consolidando i guadagni dovuti alla pandemia in una quota di mercato permanente, mentre i rivenditori di maggior successo stanno abbracciando modelli di commercio omnichannel. Il miglioramento della salute continuerà a essere un tema di impatto chiave, con sforzi che vanno dal miglioramento della qualità, dell’accessibilità economica e della convenienza dei servizi sanitari negli Stati Uniti all’ampliamento dell’accesso ai vaccini e ad altri farmaci critici nelle aree meno sviluppate del mondo. Supportiamo le aziende che stanno adottando un approccio proattivo alla riduzione delle emissioni di carbonio attraverso settori quali una maggiore elettrificazione dell’economia e il riciclaggio delle materie prime. Accogliere tutti gli stakeholder è un aspetto chiave della costruzione di un business sostenibile e vediamo evolvere il ruolo dell’ufficio corporate per supportare la salute e la sicurezza dei lavoratori e rendere possibile un ambiente di lavoro ibrido di successo.
Abbiamo già accennato al tema Esg. Se fino a qualche anno fa era un tema di nicchia, oggi la sostenibilità è un argomento di cui tutto il mondo parla. Che ruolo ricopre l’approccio alla sostenibilità all’interno del processo di investimento di Franklin Templeton? È un elemento importante anche all’interno delle boutique che compongono il vostro modello multi manager?
Michele Quinto: il tema della sostenibilità sta diventando centrale e imprescindibile ed entra nel processo di selezione dei titoli per la costruzione dei portafogli dei nostri prodotti. L’analisi dei fattori Esg non riguarda solo l’individuazione e la misurazione dei rischi, ma anche l’individuazione di opportunità di investimento. Prendiamo in considerazione i fattori Esg unitamente alle misure finanziarie tradizionali per ottenere una visione completa di un investimento e cercare di identificare quegli investimenti che possono generare rendimenti sostenibili. Il nostro approccio integrato Esg è guidato dai nostri team di gestione, che lavorano in collaborazione con un team di specialisti Esg per integrare le considerazioni Esg in tutta la nostra piattaforma globale. L’investimento sostenibile è un approccio globale che tiene conto di aspetti importanti delle questioni ambientali, sociali e di governance quando si investe. In FT, i fattori Esg sono integrati nel processo di investimento in tutte le nostre strategie. Abbiamo standardizzato la nostra filosofia in tutta l’azienda istituendo un comitato per gli investimenti Esg e gruppi di lavoro sulle classi di asset Esg. Questo grande valore dell’investimento Esg è condiviso con vari gestori degli investimenti specializzati integrati da due anni a questa parte nella famiglia Franklin Templeton. Abbiamo infatti la grande fortuna di poter offrire una varierà di approcci Esg con Brandywine Global, ClearBridge Investments e Martin Currie. Ciascuno di questi può gestire in piena autonomia i propri processi di investimento e rispondere ad esempio ai requisiti di informativa della Sfdr, con il suo approccio esclusivo.
Negli ultimi anni, la domanda di prodotti Esg da parte degli investitori è cresciuta abbastanza rapidamente, senza segnali di rallentamento. Gli investitori guardano sempre di più a prodotti che riflettano meglio i loro valori e convinzioni e, quindi, abbiano un impatto positivo sul mondo, offrendo al contempo rendimenti finanziari sostenibili. La crescita significativa della domanda degli investitori e la conseguente risposta dei gestori ha tuttavia creato un ambiente affollato, che rende più difficile per gli investitori valutare le credenziali Esg dei fondi e dei gestori che creano tali prodotti. L’Sfdr è un passo importante per promuovere la trasparenza e l’autenticità del modo in cui gli investitori affrontano Esg e sostenibilità. Riteniamo che sia un punto di svolta che consentirà una maggiore trasparenza. Oltre alle questioni legate alla “E” e alla “G”, la pandemia ha acceso i riflettori su diversi temi relativi alla “S” di Esg, fra cui la stabilità sociale, l’occupazione, le infrastrutture, la protezione dei dati e la sicurezza dei dipendenti e dei clienti e anche sul fatto che delle solide pratiche Esg non solo possano aiutare a superare la crisi attuale, ma anche a prepararsi alle possibili crisi di domani.
Dottor Quinto, da oltre 20 anni opera nell’industria del risparmio gestito. Quali sono stati a suo parere i più importanti cambiamenti del settore e quali ancora devono essere recepiti a pieno?
Michele Quinto: l’avvento delle tecnologie digitali è uno dei più importanti cambiamenti del settore: impone alle case di gestione di aggiornare sia le modalità di interazione con i clienti, sia i processi interni, Ma le sfide di fronte alle quali si trova l’asset management non finiscono qui. Ci sono stati negli ultimi anni importanti cambiamenti normativi, con un nuovo quadro regolatorio. Anche i processi di product governance introdotti da Mifid II ci impongono sempre più di dialogare e collaborare con i distributori. Senza dimenticare, infine, altre due tematiche importanti, connesse in qualche modo agli equilibri geopolitici: gli investimenti Esg e quel processo che oggi viene definito deglobalizzazione. Le tensioni geopolitiche stanno facendo emergere un sentiment critico in tutto il mondo verso la globalizzazione. Il che spinge anche i player dell’industria finanziaria a prendere in considerazione strategie di crescita e di offerta un po’ più local, cioè che tengono conto maggiormente delle peculiarità di ogni singolo mercato. È anche per questa ragione che abbiamo scelto di avere un legame più stretto e continuo con i distributori.
L’asset management sembra destinato a diventare un settore sempre più concentrato e il processo di concentrazione è già iniziato da tempo. Anche in Italia, a partire dal 2016, c’è stata una selezione tra i player di mercato con la riduzione degli attori in campo. Sicuramente nel risparmio gestito ci sarà una polarizzazione tra i grandi gruppi attivi su larga scala e realtà più piccole ma specializzate su specifici segmenti di business. Noi siamo un grande player che presidia tutte le aree di mercato e di prodotto: fondi, Etf (passivi, attivi, smart beta) e altri segmenti sempre più importanti come i private asset (sia private equity che private debt). È emersa l’importanza di avere in portafoglio anche strategie decorrelate dall’andamento dei listini come i fondi alternativi liquidi a valorizzazione giornaliera delle quote. In questo campo, Franklin Templeton offre i fondi della piattaforma MAP (Managed Accounts Platform) di K2 Advisors, che è una delle società pioniere al mondo nello sviluppo e anche nell’utilizzo di hedge fund liquidi.
Se dovesse indicare un unico momento, qual è stato il più importante nella sua vita professionale? E nella sua vita privata?
Michele Quinto: il momento più importante nella mia vita professionale è stato quando nel 2014 sono entrato in Franklin Templeton alla guida del team commerciale con la responsabilità dello sviluppo del business strategico e della distribuzione di soluzioni di investimento a tutti i canali retail in Italia. Con il tempo sono veramente lieto di essere diventato country head e branch manager per l’Italia dal 1° ottobre 2019 con la responsabilità di guidare lo sviluppo del business globale dell’azienda in Italia con la supervisione di tutte le linee di business e dei canali di distribuzione.
Ultima domanda: quale consiglio si sentirebbe di dare a un giovane che volesse farsi strada nel settore finanziario?
Michele Quinto: il mio consiglio è quello di essere sempre aperto alle novità e ai cambiamenti e molto flessibile. Per andare dritto al punto gli consiglierei di tenersi sempre bene informato mentre sta terminando gli studi universitari e di seguire eventi tipo il Salone del Risparmio che gli consentono di ricevere un’overview degli asset manager attivi al momento in Italia. Tra l’altro l’iniziativa ICU, Il Capitale Umano, consente, se selezionati attraverso un’esperienza di colloqui in corso con i responsabili Hr dei principali asset manager durante il Salone, di effettuare un’esperienza di stage di qualche mese per approfondire dal vivo i temi già oggetto di studio.
Come Franklin Templeton offriamo anche un programma globale di formazione online gratuito che mira ad accrescere le conoscenze e competenze dei professionisti dell’investimento. Il format online è ideale per una gestione efficiente dei corsi oltre a essersi rivelata una soluzione preziosa e vincente nel corso della pandemia di covid-19. Vengono affrontati concetti d’investimento per lo sviluppo professionale di consulenti finanziari o private banker e anche programmi di formazione informativi, pragmatici e coinvolgenti, in grado di offrire esperienze di apprendimento efficaci. Benjamin Franklin una volta disse: «Dimmelo e lo dimentico. Insegnamelo e lo ricordo. Coinvolgimi e lo imparo. Un investimento nella conoscenza frutta sempre il miglior interesse». Un giovane deve anche documentarsi su come si presenta il nuovo contesto di mercato dove incidono alcuni fattori innanzitutto quello demografico. C’è una generazione di clienti più anziani che, dopo la fase di accumulo della ricchezza, si appresta a entrare in quella di decumulo, per affrontare i bisogni della terza età. Poi c’è una generazione di clienti nuova che si affaccia sul mercato: quella dei millennial nati dal 1980 in poi, che si apprestano ad ereditare dai loro predecessori una massa ingente di ricchezza. Si tratta di una categoria emergente di clientela che bisogna conoscere per capirne i bisogni. Per esempio infatti il loro arrivo è strettamente legato al trend delle tecnologie digitali che caratterizza il nostro settore.