Ci aspettiamo che la Fed si muova in modo più aggressivo e anticipiamo sette rialzi dei tassi quest’anno, che porteranno il tasso principale all’1,9% alla fine del 2022. Si tratta di uno sviluppo che segue l’ulteriore importante svolta della Federal Reserve, le cui dichiarazioni, da parte dello stesso FOMC e del presidente Powell, sono state di chiara impronta hawkish. Sul fronte dell’inflazione rileviamo come la Fed preveda quest’anno un dato del 4,3%, rispetto a una previsione mediana del 2,6% a dicembre: si tratta di una significativa revisione al rialzo per il dato dell’inflazione PCE complessiva. Allo stesso modo, l’indicatore d’inflazione preferito dalla Fed – l’inflazione core PCE – si attesterà probabilmente sopra il 4% quest’anno. Per quanto riguarda il mercato del lavoro – oltre alla stabilità dei prezzi, secondo obiettivo chiave della Fed – il presidente ha richiamato l’attenzione su “un mercato del lavoro molto, molto stretto – contratto a un livello malsano“, ricordando come ad oggi nell’economia statunitense vi siano 1,7 offerte di posti di lavoro per ogni disoccupato. Di conseguenza, in questo momento riteniamo che per il nostro scenario base di sette rialzi dei tassi – inclusi possibili rialzi di 50 punti base – vi siano rischi al rialzo. Per la riunione del 4 maggio ci aspettiamo che venga annunciato il quantitative tightening.
A cura di Gero Jung, Chief Economist, Mirabaud AM