In seguito alla consultazione con diversi operatori sui mercati e in risposta alle loro difficoltà ad accedere al mercato russo, i titoli russi sono stati rimossi dagli indici MSCI. Dall’invasione dell’Ucraina, il mercato azionario russo è diventato per lo più non investibile in seguito a una serie di sanzioni occidentali e ai limiti posti dalla Banca Centrale russa ai movimenti sui tassi di cambio all’estero. I collegamenti di Mosca con i mercati finanziari globali sono stati effettivamente tagliati con il congelamento delle sue riserve estere, mentre i controlli sui capitali russi e il divieto per gli stranieri di vendere titoli in loco hanno impedito agli investitori internazionali di uscire dal mercato.
I criteri di accessibilità al mercato non sono più soddisfatti a causa della chiusura del mercato locale e del blocco delle negoziazioni dei Global Depositary Receipts (GDR)/American Depositary Receipts (ADR) (titoli equivalenti scambiati in valuta estera); inoltre, ciò è dovuto anche a problemi di compensazione e regolamento, all’accessibilità del mercato dei cambi e a problemi di afflusso e deflusso di capitali derivanti dai controlli della Russia sui capitali degli investitori stranieri.
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Le conseguenze per le strategie passive
Questa decisione non causerà immediatamente ulteriori pressioni sulle azioni russe perché sul mercato locale il trading rimane congelato, e per il trading di titoli GDR/ADR. Anche se il mercato locale dovesse riaprire, è probabile che gli investitori stranieri rimangano interdetti dal trading finché la Russia manterrà i controlli sui capitali.
T. Rowe Price ha diverse strategie globali e regionali sui mercati emergenti che hanno come benchmark l’indice MSCI. Attualmente, stiamo valutando l’impatto a lungo termine sulle valutazioni dei titoli detenuti nei portafogli e la nostra capacità di negoziare tali posizioni.
Una scelta senza reali precedenti
In passato è capitato di assistere a chiusure dei mercati locali per un periodo prolungato, come nei casi di Egitto e Nigeria. Tuttavia, MSCI ha mantenuto i Paesi nei suoi indici.
Ci sono due differenze chiave rispetto allo scenario attuale con la Russia: innanzitutto il problema dell’accessibilità, che in questo caso è più grave e probabilmente sarà più a lungo termine; quindi l’importanza della Russia, molto più grande rispetto a quei due casi dato il suo peso maggiore nell’indice.
Quali passi ci attendono?
L’eventuale decisione di includere nuovamente la Russia in futuro si baserà sugli sviluppi del conflitto e sul feedback degli operatori sui mercati. Anche se il mercato locale dovesse riaprire, è probabile che ciò avvenga solo per gli investitori locali, dato che la Russia cerca di evitare deflussi di valuta estera e di proteggere il rublo. Ci aspettiamo che la negoziabilità per gli investitori stranieri rimanga limitata.
Ciò che conta di più a lungo termine è la tabella di marcia per l’abolizione dei controlli sui capitali da parte della Russia e dell’Occidente. Questo dipenderà probabilmente dai negoziati diplomatici, che potrebbero portare allo sblocco delle riserve della Banca Centrale, insieme a qualsiasi azione sulle sanzioni alla Banca Centrale e sull’accesso al sistema di pagamenti SWIFT.
A cura degli esperti di T. Rowe Price.