I compromessi ambientali e sociali dei veicoli elettrici

I veicoli elettrici presentano una serie unica di sfide ambientali e sociali dovute, in gran parte, alle loro batterie. Tra queste vi sono l'aumento delle emissioni legate alla produzione e allo smaltimento, nonché le implicazioni sociali e ambientali derivanti dall'estrazione e dalla lavorazione della grande quantità di minerali utilizzati per la loro produzione.
veicoli elettrici

I veicoli elettrici presentano una serie unica di sfide ambientali e sociali dovute, in gran parte, alle loro batterie. Tra queste vi sono l’aumento delle emissioni legate alla produzione e allo smaltimento, nonché le implicazioni sociali e ambientali derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione della grande quantità di minerali utilizzati per la loro produzione. Al momento, questi impatti sono limitati a causa della piccola quota di veicoli elettrici e della loro età relativamente giovane. Tuttavia, con l’elettrificazione del mercato e il raggiungimento della fine del ciclo di vita dei veicoli elettrici più vecchi, tali preoccupazioni sono destinate a crescere.

Sebbene gli scarichi dei tubi di scappamento costituiscano la maggior parte delle emissioni complessive delle automobili, anche le emissioni derivanti dai materiali acquistati per la filiera produttiva sono significative. Uno studio ha stimato che le emissioni derivanti dalla produzione di un’auto media ammontano a circa 4 tonnellate di CO2 e che lo smaltimento aggiunge un’altra tonnellata. Tuttavia, questo totale aumenta notevolmente per i veicoli elettrici a causa della produzione delle batterie. Le aziende stanno iniziando ad affrontare il problema legato a queste emissioni (anche sfruttando impianti di produzione delle batterie alimentati con energie rinnovabili), ma in generale queste rimangono elevate.

Oltre ad avere degli impatti sulla produzione, le batterie pongono anche problemi di rifiuti tossici. Detto questo, stanno prendendo forma alcune normative che impongono il riciclo delle batterie e l’industria sta impiegando notevoli sforzi (e molti miliardi di dollari) in questa area. Il controllo della filiera delle batterie fino alla fine del ciclo di vita sta diventando una parte importante delle strategie connesse alle risorse a lungo termine di molti fornitori di componentistica di base (OEM) e una significativa attività di ricerca e sviluppo si sta dedicando alla progettazione e alla chimica di batterie più riciclabili. Tuttavia, il riciclo delle batterie rimane complesso e gran parte delle ricerche si trova ancora in una fase iniziale.

John Ploeg PGIM veicoli elettrici
John Ploeg, PGIM Investments

Gran parte dei minerali utilizzati nella produzione di veicoli elettrici proviene da Paesi in via di sviluppo e viene lavorata in Cina. I problemi legati all’estrazione artigianale del cobalto sono forse i più noti, ma la maggior parte della produzione di metalli e minerali comporta la possibilità di numerosi danni ambientali e sociali. Le preoccupazioni per la sicurezza della catena di approvvigionamento stanno spingendo i Paesi sviluppati a lanciare strategie per accrescere la produzione nazionale; tuttavia, si tratta di progetti che possono richiedere molti anni e che stanno già affrontando una forte resistenza da parte delle comunità che vivono vicino alle miniere in via di apertura. Sebbene i gas serra siano al centro dell’attenzione, in genere non sono altrettanto dannosi in un contesto locale. Al contrario, le emissioni sotto forma di particolato (PM), ossidi di azoto e ossidi di zolfo possono causare danni significativi alla salute di chi vi è esposto. Queste emissioni possono essere diminuite riducendo le emissioni dai tubi di scappamento, ma esistono altre fonti di inquinamento automobilistico, tra cui l’usura degli pneumatici e della frizione, la polvere dei freni e l’usura dell’asfalto e la dispersione della sua polvere, tutti fattori che spesso non vengono considerati con l’elettrificazione.

Per quanto quest’ultima rappresenti ovviamente una parte fondamentale di tutti i processi i di decarbonizzazione, l’aggiunta di nuova capacità produttiva di energia rinnovabile è soggetta a vincoli (in termini di costi, spazio, materiali, tempo, et cetera.); inoltre, la realizzazione di questa nuova capacità solleva problemi ambientali e sociali. Pertanto, la riduzione della domanda di energia rappresenta spesso il mezzo più economico ed efficiente per ridurre le emissioni. Una parte di questo obiettivo può essere raggiunto attraverso l’elettrificazione dei veicoli. Tuttavia, sono necessarie anche altre misure di efficientamento e di riduzione della domanda. Le automobili presentano in generale numerosi problemi sociali, molti dei quali si aggravano nei veicoli elettrici. Tra questi, la crescente quantità di spazio dedicato alle strade e ai parcheggi, soprattutto nelle aree urbane dense che mancano di spazi pubblici adeguati e di alloggi a prezzi accessibili.

Le crescenti dimensioni e il peso dei veicoli, che rendono le collisioni più pericolose, e l’aumento della potenza e delle velocità di accelerazione sono fattori particolarmente accentuati nella maggior parte dei veicoli elettrici (la cui silenziosità presenta ulteriori rischi). Un ulteriore effetto a catena sull’ambiente è che la riduzione della sicurezza per chi non guida solleva preoccupazioni reali per chi sta pensando di passare a modalità di trasporto attive (ad esempio, a piedi o in bicicletta) e scoraggia molti dal farlo. Infine, i costi. Considerando che la maggior parte delle principali case automobilistiche ha ridotto o addirittura eliminato la propria offerta di auto di fascia bassa, l’accessibilità delle automobili è già stata messa a dura prova. Il sovrapprezzo richiesto per i veicoli elettrici non fa che aggravare ulteriormente la situazione.

Sebbene i veicoli elettrici rappresentino chiaramente un passo avanti verso emissioni nette zero, non rappresentano la soluzione definitiva, al contrario, danno origine a numerose sfide ambientali e sociali che sono considerazioni fondamentali nell’assegnazione dei rating di impatto ESG e nella determinazione dell’idoneità delle strategie orientate all’ESG.

A cura di John Ploeg, Co-Head of ESG Research di PGIM Fixed Income

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