Si sente spesso dire che l’Asia sia più avanti rispetto all’Europa sul fronte tecnologico e sul fintech, anche se bisognerebbe parlare più strettamente di Cina.
Solo la Cina infatti è realmente un punto di riferimento del settore, con 5 delle proprie fintech nella Top ten mondiale e tre società cinesi sul podio.
La differenza principale riguarda probabilmente la natura di queste società: quelle europee nascono con l’obiettivo di competere con il settore bancario. Gli unicorni (capitalizzazione superiore al miliardo) come stanno diventando Monzo, N26, Atom, Starling Bank, Revolut, sono partiti offrendo servizi bancari di base per poi ampliare la propria gamma e creare un Marketplace per i propri clienti.
Le omologhe cinesi nascono dalla trasformazione di grandi giganti dell’e-commerce ed e-payment, come Alibaba e Tencent, che decidono di offrire anche servizi finanziari alla loro enorme e consolidata clientela. La cinese Ant Financial ne è un esempio.
La supremazia tecnologica asiatica è comunque indiscutibile e questo perché il focus resta l’innovazione. Le fintech europee sembrano più concentrate a cogliere il mood, soprattutto delle nuove generazioni, per offrire una banca di diversa concezione e ampliare la propria fetta di mercato. In Europa quindi più che puntare su tecnologie all’avanguardia si va alla ricerca di soluzioni di mobilità smart magari in collaborazione con altre fintech specializzate.
Anche il target geografico è diverso. Le fintech europee guardano ai Paesi sviluppati, mentre le cinesi si dirigono verso aree a maggior sviluppo demografico quali Malesia e India o a interi continenti, come l’Africa.