Luca Mattiazzi presenta Etica, nata nel 2000 come boutique di nicchia, oggi è l’unica società di gestione del risparmio italiana che propone esclusivamente fondi sostenibili e responsabili. Etica è ormai una realtà consolidata e in continua crescita e ha ampiamente dimostrato come gli investimenti sostenibili siano capaci di generare anche delle performance competitive rispetto al mercato
L’intervista esclusiva a Luca Mattiazzi tratta dal numero di luglio/agosto 2019 di Asset Management.
Un’altra finanza non solo è possibile. È anche vincente. Lo dimostra la storia ventennale di Etica Sgr. Quando è nata, nel 2000, il mercato degli investimenti responsabili era decisamente snobbato. Roba per pochi, gente dal cuore d’oro e senza problemi di portafoglio. Oggi è diventato un mercato di massa, con oltre 30 trilioni di dollari di masse gestite a livello globale. Ed Etica Sgr, che ha una gamma di fondi esclusivamente Esg, composta da 6 strumenti di cui uno tematico sul cambiamento climatico, è arrivata a gestire 3,8 miliardi di euro per conto di 232mila clienti (a fine giugno 2019). Il direttore generale, Luca Mattiazzi, spiega le ragioni di questo successo.
Lei ha iniziato a lavorare nella finanza già dal 1992, ricoprendo diversi incarichi. Ci può raccontare qual è stato, a suo parere, il suo maggior successo professionale?
Luca Mattiazzi: Il percorso professionale di quasi 30 anni mi ha dato la possibilità di lavorare in contesti diversi tra loro in Italia e all’estero, Irlanda e Spagna nello specifico, con specificità legate ai paesi e alla tipologia di realtà finanziaria, come istituti bancari regionali, banche con una mission specifica come Banca Etica, e società di gestione del risparmio, come Etica Sgr. Ho ricoperto ruoli diversi tra i quali promotore di startup nel settore finanziario e vicedirettore generale di banca. Il maggior “successo” professionale è stato quello di essere riuscito a gestire con altri, e in contesti culturali anche molto diversi tra loro, progetti innovativi che nel tempo si sono dimostrati solidi.
E una sconfitta?
Luca Mattiazzi: Il termine “sconfitta” rimanda a un linguaggio che non mi appartiene. Preferisco parlare di momenti di difficoltà e ovviamente ve ne sono stati di importanti. Quello che più mi ha segnato è stato quello degli anni successivi allo scoppio della grande crisi economico-finanziaria del 2007. Fatiche e responsabilità hanno pesato sulla qualità della vita di quegli anni. Sono però stato fortunato in quanto quel periodo mi ha portato a intraprendere un percorso di maggior conoscenza di me stesso e di consapevolezza di quello che volevo essere.
Etica Sgr è ormai una realtà consolidata e in continua crescita nel panorama del risparmio gestito italiano. Come coniuga la vita privata con gli impegni e le responsabilità del suo ruolo di direttore generale?
Luca Mattiazzi: In Etica Sgr abbiamo iniziato un percorso verso lo smart working, con l’obiettivo di ottimizzare work-life balance, ovvero bilanciare la vita professionale e la vita privata, da sempre un elemento di attenzione per la nostra azienda. Questo mi dà l’opportunità di programmare e progettare meglio le attività lavorative e di condividere momenti con la famiglia.
Nel tempo che riesce a dedicare alla sua vita privata, quali sono le sue passioni?
Luca Mattiazzi: Nella vita privata cerco di stare vicino ai miei tre figli e partecipare un po’ al loro mondo (scuola, sport, musica). Per me ritaglio del tempo per la corsa un paio di volte alla settimana nella bellissima campagna trevigiana e per la lettura (saggistica soprattutto) nei frequenti viaggi in treno.
A suo parere quanto e in che modo è cambiato il settore finanziario nel corso degli anni?
Luca Mattiazzi: Dal nostro punto di osservazione possiamo dire che oggi sostenibilità e responsabilità sono diventate le parole chiave per il settore. Quando è nata Etica Sgr il mercato era senz’altro una nicchia. Oggi ha conquistato un ruolo di rilevanza a livello internazionale e possiamo dire che è diventato un tema “mainstream”, oltrepassando la soglia dei 30 trilioni di dollari di masse gestite a livello globale, con una crescita del 34% in un solo biennio e l’Europa in testa alla classifica (fonte: Global Sustainable Investment Alliance). Questa grande attenzione alla sostenibilità e responsabilità del mondo della finanza non è casuale. Secondo il World Economic Forum, in soli 10 anni, i rischi globali sono passati dall’essere perlopiù di natura economica a essere soprattutto di tipo ambientale e sociale. Non solo tali rischi sono diventati più ricorrenti, ma anche più rilevanti per l’ampiezza dei danni economici e finanziari che possono provocare.
A fronte di questi cambiamenti è corrisposto anche un cambiamento degli investitori e delle relative attitudini? Ci può fare qualche esempio?
Luca Mattiazzi: Per capire come si orientino gli investitori e quale sia la loro conoscenza e consapevolezza in tema di investimenti Sri, Etica Sgr ha condotto un’indagine con Gfk sul segmento affluent. Dai risultati è emerso che la conoscenza degli investimenti sostenibili e responsabili è intorno al 65% e un rispondente su due li considera una scelta credibile, coerente ai propri bisogni. Una seconda ricerca realizzata in collaborazione con Demoskopea si era concentrata sulla clientela retail e sui prospect, evidenziando un aumento dell’interesse verso la finanza responsabile, tendenza diffusa su tutte le fasce di clientela, più marcata sugli investitori con grandi patrimoni.
Andiamo nel dettaglio di Etica Sgr. Nel panorama del risparmio gestito assistiamo a un’offerta davvero vasta di fondi comuni, forse anche eccessiva. Ci sono società che propongono sul mercato centinaia di prodotti. La vostra proposta è invece fortemente focalizzata, su cosa si fonda questa scelta e su quali criteri si basa la decisione di lanciare nuovi prodotti? Secondo lei il futuro del risparmio gestito sarà una maggior concentrazione dei prodotti?
Luca Mattiazzi: Rispetto al vasto panorama del risparmio gestito in cui ci inseriamo, ci caratterizziamo per essere l’unica società di gestione del risparmio italiana a offrire esclusivamente fondi comuni sostenibili e responsabili. Etica Sgr è pioniera in Italia nella finanza etica e siamo orgogliosi di aver precorso i tempi, avendo creduto in questo modello di business fin dalla nascita. Il nostro approccio è orientato a creare opportunità di rendimento in un’ottica di medio-lungo periodo, mossi dalla convinzione, dimostrata dal nostro track record, che investire in emittenti più attenti a tematiche Esg permette di mitigare il rischio e di puntare ad aziende e paesi potenzialmente più orientati al futuro e che presentano caratteristiche positive in termini sociali e di governance.La nostra proposta ha sempre avuto un approccio tridimensionale: l’attenzione per l’ambiente è sempre rapportata anche rispetto alla dimensione sociale e di governance. In questo ambito si inserisce il lancio dell’ultimo fondo della gamma, Etica Impatto Clima, focalizzato sul tema del climate change. In ottica prospettica, crediamo che un ruolo da protagonista verrà occupato dalle realtà che dimostrano un approccio serio alla finanza sostenibile, anche in conseguenza della spinta normativa, e che le scelte degli investitori guideranno la transizione verso portafogli sempre più sensibili ai criteri Esg.
È evidente come la Etica sia una realtà unica nel suo genere, che non focalizza la propria attenzione al rendimento indiscriminato, ma all’abbinamento delle performance agli aspetti virtuosi delle società su cui puntare. Come funziona esattamente il vostro processo di selezione dei titoli?
Luca Mattiazzi: La selezione avviene attraverso un doppio screening. In prima analisi vengono applicati i criteri negativi di esclusione, che permettono di scartare tutti gli emittenti coinvolti in attività controverse (ad esempio armi, tabacco, gioco d’azzardo, energia nucleare, pesticidi, attività lesive dei diritti umani) o che hanno violato norme e convenzioni internazionali. In seconda analisi, la selezione applica i criteri positivi di valutazione, che permettono di analizzare imprese e Stati sulla base di parametri ambientali, sociali e di governance, attribuendo loro un punteggio sintetico. Solo gli emittenti con punteggi superiori a una soglia assoluta, che risultano tra i migliori del proprio settore (approccio “best in class”) e con un profilo qualitativo e reputazionale buono, entrano a far parte del paniere dei fondi di Etica Sgr. A questo punto si attiva la lente dell’analisi finanziaria: si selezionano i migliori titoli dal punto di vista del rapporto rischio/ rendimento e si compongono i portafogli dei fondi.
Che massa amministrate con i vostri fondi e con quali risultati?
Luca Mattiazzi: Gestiamo attualmente circa 4 miliardi di euro di masse per conto di oltre 230mila clienti. Il successo riscosso dai fondi tra la clientela si evince dagli asset attualmente in gestione, quadruplicati nel giro di un quinquennio, e dal numero di clienti, cresciuti in modo costante. Numerosi sono i riconoscimenti che hanno attestato il valore dei fondi di Etica Sgr. Cito giusto gli ultimi. In occasione dei Morningstar Fund Awards Italy 2019, abbiamo vinto con Etica Obbligazionario Misto il premio per il migliore fondo all’interno della categoria Bilanciati Euro (Euro Allocation) e per il terzo anno consecutivo siamo stati inoltre premiati come Top Gestore Fondi nella categoria Italia Small (patrimonio gestito inferiore a 5 miliardi di euro) dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza, ente indipendente specializzato in indagini di mercato e comparazione di prodotti finanziari in Europa.
Pare di capire che il processo di selezione è fondamentale per voi, ma non solo quello. Prestate molta attenzione anche al dialogo con le imprese partecipate e all’azionariato attivo. Un approccio che potremmo forse definire come una “doppia gestione attiva”?
Luca Mattiazzi: Potremmo dire così in effetti. Il dialogo con il management delle società e l’esercizio dei diritti di voto connessi alla partecipazione al capitale azionario fanno parte dell’attività di engagement di Etica Sgr, che consideriamo una delle pratiche più evolute di investimento responsabile. L’obiettivo è instaurare con le aziende una relazione solida, duratura e costruttiva per stimolarle ad adottare comportamenti sempre più sostenibili e responsabili, anche in partnership con network internazionali di investitori responsabili, come SfC (Shareholders for Change), una rete di investitori istituzionali europei fondata con il contributo di Etica Sgr, avente l’obiettivo di supportare lo sviluppo della finanza etica. Ecco alcuni dati tratti dal nostro ultimo Engagement Report, da poco pubblicato: abbiamo dialogato con 125 società internazionali rivolgendo ai manager più di 500 domande su tematiche di sostenibilità e politiche aziendali. Inoltre abbiamo partecipato alle assemblee di 21 società, votando più di 150 punti all’ordine del giorno. Tra i numerosi argomenti trattati la responsabilità fiscale è uno dei temi che sta acquisendo maggiore rilevanza, in quanto è proprio dalla correttezza in ambito fiscale delle aziende che dipendono le politiche sociali dei paesi. È per questo che chiediamo alle aziende con cui dialoghiamo di pubblicare informazioni precise relativamente all’operatività e alle tasse pagate a livello di singolo paese in cui l’azienda opera.
Insomma ancora una volta le tematiche Esg e Sri sono al centro per voi, non per scelta, ma per vero Dna del gruppo. Negli ultimi 2 anni in particolare è esplosa la moda della sostenibilità. Parlo di moda perché molte società parlano di questi temi pur non avendo una vera impronta alla sostenibilità, ma per questioni di puro marketing. Per voi come abbiamo detto è diverso, avete realizzato anche un report sull’impatto Esg dato dai vostri investimenti, cosa che nessuno ha mai fatto. Ce ne può parlare?
Luca Mattiazzi: Il Report di impatto è lo strumento attraverso cui diamo evidenza degli impatti Esg, rispetto al mercato, degli investimenti azionari dei fondi e dell’attività di engagement. Questo perché crediamo che sia importante rendere noti ai clienti, oltre che i dati di performance, anche l’impatto ambientale, sociale e di governance degli investimenti, per fornire un’analisi a tutto tondo. Tutte le misurazioni sono effettuate prendendo in considerazione i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. I risultati dello studio sono molto interessanti. Qualche dato di esempio: rispetto al mercato, le società in cui investono i fondi di Etica Sgr presentano emissioni medie di CO2 inferiori del 70%, le aziende con almeno 1 donna su 5 in ruoli dirigenziali sono il 14% in più, le aziende in cui investono i fondi hanno creato in media 1.689 posti di lavoro (+202% rispetto al mercato). Su oltre 270 richieste avanzate alle aziende in fase di engagement, sono state 118 le risposte soddisfacenti. Segno di un dialogo che funziona.
Etica è particolarmente sensibile al tema ambientale: come giudica la new wave ambientalista rappresentata da Greta Thunberg?
Luca Mattiazzi: Stiamo sperimentando il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e il pianeta rischia una crisi climatica. Tutto lascia pensare che, senza un rapido taglio delle emissioni di anidride carbonica e dei gas responsabili dell’effetto serra, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi e irreversibili. Per questo i giovani di tutto il mondo chiedono ai politici di impegnarsi per far rispettare l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico e, quindi, di ridurre le emissioni di carbonio. Dal momento che non esistono risorse infinite in un pianeta finito, urge una transizione verso una strategia sostenibile e responsabile che investa tutti gli ambiti umani, compreso il risparmio.
Pensa che gli obiettivi di riduzione di CO2 fissati nella conferenza di Parigi siano raggiungibili? Quanto possono influire in questo gli investimenti sostenibili?
Luca Mattiazzi: Possiamo attribuire alle Nazioni Unite il merito di aver iniziato nel 2015 a far riflettere la comunità globale in modo assertivo sulla sostenibilità del pianeta: la conferenza sui cambiamenti climatici Cop21 ha portato all’importantissimo accordo di Parigi e all’individuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. In ambito ambientale la discussione è molto accesa e la finanza non è soltanto parte attiva del cambiamento, ma è chiamata, per la sua parte, a guidarlo e governarlo. Notiamo un deciso aumento del grado di approfondimento di questi aspetti da parte delle aziende che operano a livello globale, dettato dalla consapevolezza che le decisioni prese dal punto di vista ambientale, in termini di obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, avranno importanti ripercussioni anche a livello di business.
Per gli investitori è importante il rispetto di principi di sostenibilità?
Luca Mattiazzi: La crescita senza precedenti degli investimenti Sri riflette senza dubbio un aumento dell’interesse, ma anche una maggiore consapevolezza di questioni globali come i cambiamenti climatici e demografici. Noi crediamo che il settore finanziario debba farsi motore di questo nuovo approccio, guidando verso uno sviluppo sostenibile. Da un lato, sempre più spesso consumatori e investitori guardano con attenzione alla responsabilità sociale delle imprese nelle loro decisioni d’acquisto, dall’altro sono sempre più consapevoli che gli scandali legali e reputazionali possono far perdere molti punti di immagine, con evidenti ripercussioni sui titoli delle aziende quotate.
Come è composto il Fondo Etica Impatto Clima?
Luca Mattiazzi: Etica Impatto Clima è un fondo comune di investimento bilanciato che investe in titoli emessi da aziende e Stati che hanno scelto la sostenibilità ambientale per sviluppare il proprio business. Si tratta di una soluzione di investimento per il proprio risparmio e, contemporaneamente, che pensa al futuro del pianeta. La selezione delle imprese su cui investe il fondo avviene secondo quattro step: criteri ambientali (analisi sull’utilizzo di combustibili fossili, prodotti e servizi con ridotto impatto, utilizzo di sostanze chimiche a rischio ecc.); indicatori di impatto (valutazione sui sistemi di gestione e rendicontazione ambientale, catena di fornitura, politiche di packaging e di gestione dei rifiuti sostenibili); transizione low carbon (riduzione delle emissioni di gas climalteranti, utilizzo o produzione di energia da fonti rinnovabili); rischio reputazionale (soprattutto ambientale).
Come evitate il greenwashing?
Luca Mattiazzi: La nostra storia parla da sola. Siamo nati con una mission ben specifica, fare finanza sostenibile e responsabile. Dato il grande interesse, sicuramente l’Sri per alcuni può essere una leva di marketing, tanto da creare una moda a cui alcune società rispondono in modo opportunistico. Per poter raggiungere risultati misurabili ed evitare il rischio greenwashing si dovrà lavorare molto sulla chiarezza: oggi il quadro definitorio è ancora frammentato e soggetto a interpretazioni diverse a seconda del mercato o del paese di riferimento. Su questo la Commissione Ue sta già lavorando.
Spesso in tanti pensano che sostenibilità sia uguale a minori performance. É vero?
Luca Mattiazzi: Si tratta di uno dei falsi miti più diffusi legati al mondo degli investimenti sostenibili e responsabili. La letteratura economica propone ormai da anni numerosi studi che dimostrano quanto l’investimento sostenibile e responsabile sia in grado di generare performance soddisfacenti e competitive rispetto al mercato. Inoltre esiste un altro grande vantaggio, che risiede nel contenimento del rischio in periodi di forte volatilità.
Siamo giunti alla fine dell’intervista. Vorrei chiederle, come vede il futuro del risparmio gestito in Italia da qui a 10 anni? E come si vede o dove le piacerebbe essere tra 10 anni?
Luca Mattiazzi: Credo che nei prossimi 10 anni continuerà, accelerando, l’attuale processo di concentrazione nel settore. Il numero degli attori diminuirà, chi sopravvivrà sarà sempre più grande e, temo, sempre meno “italiano”. Rimarrà uno spazio di crescita per soggetti di medie dimensioni, specializzati, innovativi e che guardano coraggiosamente all’Europa come spazio di sviluppo sostenibile. Noi lavoriamo con passione affinché Etica Sgr possa essere tra questi. Inoltre sono convinto che sia un vantaggio per il nostro paese e per il sistema finanziario che permanga una certa “biodiversità” di soggetti finanziari e di modelli, come la finanza etica. Dove sarò io è poco importante, certo sarei felice di poter tutelare e far crescere in modo sostenibile il risparmio dei nostri clienti e partecipare ancora a progetti di sviluppo autentico della dignità della persona umana o di salvaguardia del nostro pianeta, l’unico che abbiamo!
Articolo a cura di Margherita Abbate Daga