Sebbene per ora la crescita rimanga solida, ci ritroviamo in un contesto di tassi d’interesse “più alti più a lungo” e l’inflazione rimane ancora una preoccupazione costante. Il contesto d’investimento complesso sembra quindi proseguire.
Riteniamo pertanto che sia ancora necessario essere selettivi per quel che riguarda la ciclicità e continuare a proteggersi attraverso portafogli d’investimenti diversificati che non risentano del rischio incombente della recessione. Considerati i rischi di ribasso, ci aspettiamo una lieve recessione quest’anno o il prossimo.
Questo ci porta a privilegiare le azioni che pagano dividendi, per le loro caratteristiche più difensive e poiché capaci di generare reddito, e gli investimenti in infrastrutture, in grado di resistere a una combinazione di rallentamento della crescita economica e volatilità dei tassi d’interesse. Inoltre, guardiamo con interesse agli investimenti di qualità relativamente elevata in tutte le asset class (compresi l’obbligazionario, il private equity e i real asset). Ora potrebbe essere un buon momento per considerare la possibilità di trarre profitto in alcuni settori e di aumentare il rischio in altri. Molte valutazioni dei mercati pubblici sono cambiate sensibilmente da fine 2022. E anche i profili di rischio cross-asset si sono evoluti.
In primo luogo, guardiamo ad aree come le obbligazioni investment grade, i REIT pubblici e i municipal bond investment grade.
Continuiamo a credere che queste aree offrano fondamentali validi, ma tutte e tre hanno registrato forti rialzi che hanno reso le valutazioni meno interessanti rispetto a qualche mese fa.
In secondo luogo, vediamo opportunità nell’aggiungere un po’ di rischio e di beta ai portafogli investimenti puntando sui mercati emergenti (in particolare sulle azioni emergenti), in ottica anti-recessione. Continuiamo inoltre ad apprezzare i municipal ad alto rendimento.
Molti investitori temono che il forte ribasso dei mercati pubblici dello scorso anno si ripercuota anche sui mercati privati, che si muovono più lentamente. E alcuni temono di essere sovrappesati sugli asset privati a causa degli squilibri di prezzo.
Riteniamo vi siano rischi tecnici, come ad esempio in alcune aree del real estate privato. Prevediamo anche ostacoli al flusso di transazioni a breve termine in settori come il private equity. Il fallimento della Silicon Valley Bank sottolinea l’importanza di fonti di finanziamento affidabili. Tuttavia, altre aree dei mercati privati appaiono piuttosto interessanti, come il credito privato (in particolare i prestiti middle market), dato che gli investimenti nel credito privato si concentrano tipicamente su settori più difensivi e che le strutture delle operazioni sembrano solide.
In un contesto generale in cui si preferisce una minore ciclicità e un posizionamento più difensivo, riteniamo opportuno avere uno sguardo più attento ai mercati emergenti. Uno dei principali catalizzatori di questo cambiamento è il miglioramento del contesto in Cina. Il Paese sta registrando un miglioramento della crescita economica, grazie soprattutto a un’importante svolta data dalla fine della politica dello zero-Covid.
Gli investimenti azionari e obbligazionari dei mercati emergenti offrono valutazioni più interessanti rispetto a qualche mese fa, ed è venuto meno il timore di un dollaro americano forte. Gli investimenti nell’azionario emergente, in particolare, dovrebbero beneficiare di un approccio flessibile e attivo, poiché le correlazioni tra i Paesi continuano a diminuire. Oltre alla Cina, vediamo buoni valori relativi anche in Messico, Brasile e Indonesia.
A nostro avviso nel corso del 2023 i rendimenti obbligazionari saranno moderati e scenderanno gradualmente. Nei mercati del taxable fixed income, riteniamo che assumere il rischio di credito piuttosto che il rischio di duration garantisca opportunità migliori (anche se continuiamo a preferire una duration più elevata nei municipal, dove gli afflussi in corso dovrebbero sostenere il tratto più lungo della curva).
Vediamo valore in tutti i settori del credito, in particolare nell’high yield e nei prestiti, e in generale privilegiamo i segmenti di qualità relativamente più elevata all’interno dei singoli settori del credito. Abbiamo anche una visione favorevole dei titoli privilegiati: sebbene le recenti turbolenze del settore bancario abbiano pesato sulla base degli emittenti, hanno anche reso le valutazioni più interessanti. A meno che il contagio del settore finanziario non sia molto più esteso di quanto ci aspettiamo, continuiamo a vedere aree selezionate di valore in questo spazio.
A cura di Saira Malik, CIO di Nuveen