Bitcoin: la correzione di lunedì 11 e le somiglianze con il 2017

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Per meno di un’ora, il Bitcoin è sceso fino a 30,6 mila dollari, ma da allora ha recuperato le perdite e al momento si muove attorno ai 34 mila dollari

Giovedì 7 gennaio la Finlandia ha annunciato di voler vendere oltre 69 milioni di dollari di Bitcoin sequestrati a trafficanti di droga. Sebbene non ci siano evidenze pubblicamente disponibili di questa vendita, è probabile che questa notizia sia stata tra le cause del sentimento ribassista sviluppatosi tra i trader a breve termine durante il fine settimana. Questo lunedì il mercato cripto ha infatti subito una correzione pari al 26%, a partire da domenica 10 gennaio. Un crollo molto rapido, trainato da derivati e causato da scambi su piattaforme non regolamentate, che sulla strada verso i 40mila dollari hanno portato una bolla e poi a liquidazioni per oltre 2 miliardi dollari.

La situazione è stata aggravata delle interruzioni di servizio verificatesi su piattaforme come Coinbase, che hanno impedito ad alcuni utenti di fare trading e reso la pressione alla vendita ancora più forte, a causa delle differenze di prezzo rispetto ad altre piattaforme. Inoltre, i problemi di Coinbase hanno giocato un ruolo importante nell’alimentare la tendenza al ribasso del mercato dei futures, dato che molti scambi di derivati si affidano al feed dei prezzi di Coinbase per il calcolo degli indici. Ad aggiungere al sentimento ribassista degli ultimi giorni, il fatto che il CIO di Guggenheim abbia sostenuto su Twitter che l’impennata dei prezzi di Bitcoin non sia sostenibile nel breve termine, creando in qualche modo ulteriori vendite da panico da parte di chi è entrato nel mercato nelle ultime settimane.

Per meno di un’ora, il Bitcoin è sceso fino a 30,6 mila dollari, ma da allora ha recuperato le perdite e al momento si muove attorno ai 34 mila dollari. Ricordiamo che il 2 gennaio di quest’anno il Bitcoin ha superato la soglia dei 30mila dollari per la prima volta nella storia, e dall’inizio del 2020 è cresciuto quasi del 400%.

Anche se le performance passate non sono sempre un’indicazione accurata dei risultati futuri, è bene inoltre tenere a mente un precedente storico. Il 5 gennaio 2017 il Bitcoin perse il 20%, appena dopo aver raggiunto un record di oltre 1.000 dollari a seguito di 3 anni di mercato orso. Quell’anno, la criptovaluta finì per apprezzarsi di oltre il 2.500% entro i 12 mesi successivi. Ieri, 11 gennaio 2021, il Bitcoin è sceso di oltre il 20%, dopo aver toccato un altro massimo storico, 30 mila dollari… di nuovo, a seguito di 3 anni di mercato ribassista. Il rally del 2017, inoltre, era per lo più basato sul retail, mentre questa volta osserviamo chiaramente una domanda organica e istituzionale e, soprattutto, alimentata dal contesto macroeconomico.

Commento a cura di 21Shares.

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