Banor pessimo esempio di inclusione, bene Amundi con le politiche interne di gender equality

Banor pessimo esempio di inclusione, bene Amundi con le politiche interne di gender equality

 

Il problema dell’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro è una questione che tocca tutti i settori e tutti i Paesi.

 

Nell’asset management, secondo una recente ricerca di Morningstar, la situazione è peggio che in altri settori. Sembra infatti che il tempo si sia fermato a 20 anni fa. Dal 2019 al 2020 la percentuale di gestori di sesso femminile nella industry non è cambiato, mantenendosi al 14%.

Nel 2019 Assogestioni ha pubblicato e introdotto le “Linee Guida sulla diversità e  l’inclusione nelle società di gestione del risparmio. Nel nostro Paese, sono ancora poche le posizioni apicali ricoperte da donne: tra queste menzione di merito per Amundi, che in Italia vede la leadership di Cinzia Tagliabue e un alto grado di inclusione all’interno dei ruoli chiave della società.

Male invece altre realtà più vicine come Banor nel suo aggregato di SIM e società di gestione, all’interno della quale la componente femminile non arriva a 25% del totale sono solo 3 le posizioni di leadership occupate dalle donne all’interno della struttura.

Utile ricordare come anche l’inclusione e la politica di pari opportunità, siano alla base dei criteri ESG di cui da anni si parla e che da poche settimane sono diventati legge in tutta Europa

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