Il primo trimestre del 2022 è stato difficile, poiché i gravi problemi di approvvigionamento causati da Omicron e dal conflitto in Ucraina hanno portato alcuni operatori di mercato a concentrare l’attenzione sui settori che hanno beneficiato dell’inflazione. Da maggio i prezzi delle azioni hanno nuovamente premiato la crescita degli utili, che consideriamo il presupposto fondamentale del nostro approccio. Riteniamo che il Giappone continui a presentare una delle combinazioni più interessanti tra aziende internazionali eccellenti e valutazioni interessanti, data la mancanza di ricerca su queste società, ma anche per la convenienza di investire in titoli growth. Per questo motivo continuiamo a ricercare società che hanno dimostrato capacità di sopravvivenza e che hanno già conosciuto situazioni come l’inflazione, la recessione, la guerra, la volatilità delle valute o, ancora, i rischi per la proprietà intellettuale, i terremoti e i problemi di approvvigionamento. In Giappone ce ne sono molte, se si sa dove cercare.
Per il 2023, prevediamo che la crescita media degli utili delle società in cui investiamo, che si avvicina al 20%, sia superiore a quella del mercato in generale, il che, come suggerito da decenni di precedenti storici, si rifletterà anche sulle quotazioni azionarie.
A dicembre abbiamo incontrato, insieme al team globale di Comgest, circa quaranta società, per lo più quelle di cui deteniamo le azioni e quelle che sono loro collegate. Siamo rimasti colpiti dalla resilienza della domanda di prodotti unici, come nel caso di Daikin e Hamamatsu Photonics, dall’evidente normalizzazione post-Covid di Kosé, Food & Life Companies (che gestisce la catena Sushiro) e Oriental Land (Disneyland), nonché dagli accenni di un cambio di direzione della domanda di tecnologia in Hoya e Lasertec.
Riteniamo che il Giappone rimanga un ricco terreno di caccia per gli investitori in titoli growth. L’Asia, i cui consumatori sono serviti dalle nostre aziende attraverso marchi di prestigio e i cui settori di attività progrediscono grazie alla tecnologia dei semiconduttori e dell’automazione, resta per noi un’importante esposizione indiretta. Nel frattempo, la riapertura post Covid-19 ha favorito le società in portafoglio che dipendono dal traffico fisico. Anche il tema del “Giappone che cambia”, in termini di struttura della forza lavoro e di pratiche commerciali, rimane un’ulteriore fonte di idee. Di seguito riportiamo un esempio delle recenti dinamiche di crescita emerse dagli incontri con le società in cui investiamo. Nel corso dell’anno abbiamo acquistato Dexerials per la sua crescita comprovata e per la sua eccellente tecnologia, la cui unicità è testimoniata dai margini di guadagno superiori a quelli dei concorrenti. Dalla valutazione deduciamo che il mercato non ha ancora compreso il potenziale della società. Abbiamo acquisito Toray Industries per la sua posizione dominante nella fibra di carbonio e per le opportunità offerte dal Boeing 787 e dalle turbine eoliche. Abbiamo aperto una posizione in Nissin Foods, produttore di noodle istantanei, che presenta un potenziale di crescita negli Stati Uniti e in Cina. Abbiamo anche investito in NTT Data per approfittare dei crescenti bisogni a livello digitale soprattutto dello Stato giapponese, di cui l’azienda beneficia in modo sproporzionato grazie alla sua ampia quota nella fornitura di sistemi pensionistici e di assistenza sociale
Il Giappone ha riaperto le frontiere solo verso la fine dell’anno scorso, e non solo i consumatori hanno potuto entrare e soddisfare la domanda repressa, ma anche gli investitori. Molte delle nostre aziende ci hanno raccontato di essere improvvisamente molto impegnate in incontri dal vivo con investitori esteri. Con il tempo questa situazione dovrebbe cambiare il profilo degli acquirenti: da investitori esteri che effettuano semplici operazioni programmatiche e che replicano i modelli del mercato statunitense, a investitori alla ricerca di un impegno serio.
L’investimento attivo in azioni giapponesi supera da molti anni la maggior parte dei principali indici mondiali, per l’ovvia ragione che in Giappone sono presenti aziende leader a livello mondiale sottovalutate perché incomprese e che esiste un acquirente incrementale costante rappresentato dall’investitore nazionale che colmerà il divario in termini di valutazioni.
A cura di Richard Kaye, Gestore del fondo Comgest Growth Japan di Comgest