Il prolungarsi dell’inflazione e l’aumento dell’incertezza geopolitica hanno aumentato notevolmente le probabilità di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi. Ridurre l’inflazione richiede un mercato del lavoro più debole, rendendo la recessione un probabile risultato della politica della Banca Centrale statunitense – anche se a questo punto si tratterebbe della recessione “più prevista” mai registrata.
La gravità della recessione sarà un fattore chiave per la performance del mercato nel 2023. Ogni ciclo economico è diverso e, in questo caso, la gamma di potenziali esiti ci sembra anormalmente ampia. A nostro avviso, affidarsi alle strategie attuate nelle passate recessioni potrebbe rivelarsi infruttuoso.
Il contesto di mercato di quest’anno è stato difficile, ma troviamo opportunità interessanti nelle società che stanno già scontando una flessione significativa nei rispettivi settori. L’entità della recessione è sconosciuta, ma individuiamo titoli nelle aree tecnologiche, dei consumi e industriali che stanno già scontando un rallentamento significativo. Ai livelli attuali, offrono un rapporto rendimento aggiustato per il rischio eccezionalmente interessante.
Al di là della prevista debolezza a breve termine, siamo ottimisti sulle prospettive a lungo termine dell’economia statunitense. La crescita degli investimenti infrastrutturali, la territorializzazione delle catene di fornitura, l’aumento della spesa per il settore manifatturiero e la transizione energetica produrranno probabilmente dei ritorni nell’economia reale e dovrebbero fornire una spinta duratura a selezionate società industriali e finanziarie.
Il contesto di investimento è in continua evoluzione, pertanto il prossimo decennio di leadership del mercato azionario sarà probabilmente molto diverso da quello più recente. I tassi di interesse e l’inflazione rimarranno probabilmente elevati, poiché il picco della globalizzazione, l’onshoring e i crescenti rischi geopolitici stanno creando cambiamenti strutturali significativi all’interno dell’economia statunitense. Allo stesso tempo, la disruption tecnologica, che è stata uno dei principali fattori di debolezza del valore nell’ultimo decennio, è meglio compresa e le aspettative per le aziende in crescita rimangono elevate. È probabile che questi cambiamenti avvantaggino le società con flussi di cassa a breve termine e duration più breve. In futuro, la valutazione e il rendimento da dividendi saranno probabilmente fattori di differenziazione più forti e, di conseguenza, l’investimento value dovrebbe essere più competitivo rispetto ad altri stili di investimento.
A cura di Gabe Solomon, Portfolio Manager, US Large Cap Value Equity Strategy, T. Rowe Price